Benevento

Ora nel Pd l'atteggiamento è quello della mano tesa. La nuova, giovane e snella segreteria, come l'ha definita Carmine Valentino, prima con Mortaruolo e oggi con Cacciano manda messaggi distensivi e volti al dialogo.
Il vicario oggi con una nota spiega che serve abbassare i toni, discutere nel partito ma con una condizione che non può essere negoziata: nessuna alleanza con Mastella
“L’invito che mi sento di rivolgere a Tutti è di abbassare i toni e di ricondurre il dibattito nel suo naturale alveo, gli Organismi di partito. Solo pochi giorni fa il PD è stato gratificato dagli elettori Sanniti con il primato assoluto di consensi nella nostra Provincia. Primo partito, con distacco (Non accadeva da anni). Elezione del consigliere regionale per la terza volta consecutiva.

Con ogni evidenza, si tratta di un grande onore e di un’ancor più grande responsabilità.

Tra le ragioni che hanno attratto la fiducia dei Cittadini vi è, senza dubbio, la chiarezza delle posizioni. Il PD, per il tramite dei suoi candidati e dei suoi dirigenti, ha nitidamente definito il campo politico, nel capoluogo e nell’intera provincia. L’impegno assunto è semplice, trasparente, inequivoco. Opposizione all’amministrazione Mastella, nelle sue varie declinazioni.

Opposizione che è anzitutto ideale, sociale e politica”.

E ricorda, Cacciano, che Rossano Insogna e De Pierro si sono impegnati ad essere altternativi a Mastella: “ Coerentemente, il Partito Democratico è il cardine e il promotore della costituenda «alternativa programmatica e di governo». Quell’alternativa che lo stesso Presidente, Insogna, e il capogruppo consiliare di Benevento, De Pierro, si sono solennemente impegnati a perseguire solo qualche mese orsono. Il deliberato della Direzione Provinciale del 2 marzo u.s., da entrambi co-redatto e sottoscritto, testualmente recita: «[…] In questo scorcio di Consiliatura, dovere del PD è esercitare il vigile ruolo dell’opposizione, “a prescindere dallo scenario politico nazionale”, e, ancor più, profondere le migliori energie per organizzare l’Alternativa. Ampia, plurale, solidale e competitiva. Un disegno collettivo che parli alle menti e ai cuori dei cittadini. A tal fine è essenziale la costruzione di un “campo largo” in grado di coinvolgere tutti i partiti, i movimenti e le associazioni che non si riconoscono nelle esperienze di governo cittadino e provinciale che stanno per chiudersi». È questa la «famosa» riunione ante lockdown, non ne risultano altre. In attuazione del citato deliberato e in conformità con le dichiarazioni della campagna elettorale, i Democratici lavorano a un’ampia coalizione, partitica e civica, in grado di competere e di vincere la sfida della guida della città di Benevento e della Provincia.

Una città abbandonata a se stessa, vittima (purtroppo) di un evidentissimo «declino culturale ed economico» cui l’attuale distratta amministrazione non ha saputo o non ha voluto metter mano né ha inteso aggredire in nessun modo.”.

E dunque, a meno di ripensamenti la linea resta quella: “Rispetto a questo evidente fallimento le posizioni del capogruppo consiliare e del Presidente dell’Assemblea del PD sono mutate? È in corso un ripensamento?

Il PD ha vinto le elezioni regionali sulla trasparenza della propria missione a Benevento e nel Sannio. Siamo «partigiani», abbiamo deciso da che parte stare. È blasfemo o oltraggioso pretendere altrettanta chiarezza?

L’ambiguità è tra le cause prime del discredito della Politica e del sopravvenire di quel populismo che Noi tutti non apprezziamo. Se si vuole, la polemica (cui rifuggo) e le equivocità che l’hanno causata cessano in un istante. «Sia il Vostro parlare: “sì, sì, no, no”. Il resto viene dal maligno…», direbbe il Profeta per eccellenza.

Si tratterebbe di un doveroso atto di rispetto nei confronti dei Cittadini di Benevento e dei militanti ed elettori del Partito Democratico”.
La richiesta è di discutere all'interno del partito, e dunque la richiesta al presidente Insogna è quella di adoperarsi per permettere la discussione: “Al Presidente del partito, funzione che dovrebbe essere terza e di garanzia, compete la convocazione degli Organismi, Direzione e Assemblea. Proceda, convochi!

Confrontiamoci, analizziamo, litighiamo, discutiamo ed infine votiamo. Nel partito, non fuori! Valga l’esercizio del principio democratico non la delegittimazione”.
Infine l'appello all'Unità: “Agli Amici e ai Compagni che si sono allontanati dal partito e ai Tantissimi che si sono riavvicinati in occasione dell’ultima vicenda elettorale, questa Giovane Segreteria propone e proporrà, con sincerità e tenacia, il medesimo approccio: aperto, inclusivo, accogliente, solidale, plurale.

A patto, com’è già capitato di sostenere, che non si confonda il Partito Democratico per un ordinario tram di linea dove l’obliterazione del biglietto rischi di essere costume esclusivo degli ingenui”.