Canoni di bellezza imposti e rincorsi da donne ed uomini giudicati inadatti poichè non conformi. Il body shaming è una delle battaglie del nostro tempo. Una di quelle silenziose ed infime, che colpiscono il più delle volte tramite commenti scritti via social. Lo sa bene l'attrice Vanessa Incontrada, vittima di bullismo, accusata troppe volte da quegli haters che hanno giudicato, senza alcun diritto, il suo corpo.
La sua battaglia, che trova nell'ultima copertina che la vede come protagonista, il suo manifesto, è stata ripresa e commentata anche dal primo cittadino di Pontecagnano, Giuseppe Lanzara, da sempre molto impegnato nel sociale. Proprio via facebook, il sindaco ha voluto lasciare una riflessione, un invito a rompere quegli stereotipi così radicalmente imposti. Queste le sue parole:
"Il Body shaming è l'atto di deridere una persona per il suo aspetto fisico. Qualsiasi caratteristica fisica può essere presa di mira. Vanessa Incontrada nuda sulla copertina di Vanity Fair è un messaggio per tutte le donne (e per tutti gli uomini) ad accettare il proprio corpo rifiutando canoni e stereotipi imposti. Da tempo, attraverso i suoi canali social, conduce la battaglia contro il body shaming e ogni forma di bullismo contro il corpo e le sue forme.
L'attrice, finita negli scorsi mesi vittima degli haters perché giudicata sovrappeso, aveva sofferto in silenzio, poi con un indimenticabile monologo in prima serata su Raiuno ha trovato la forza di denunciare quanto accaduto fino ad arrivare alla copertina di oggi dal titolo "Nessuno mi può giudicare”.
Solo qualche settimana fa abbiamo ammirato come Gucci, lo storico brand che ha costruito il proprio successo sulla celebrazione del diverso, abbia scelto la modella Armine Harutyunyan proprio per esaltare il concetto di come la moda stia abbattendo stereotipi e luoghi comuni.
Ma che senso ha continuare a giudicare le persone, a umiliarle e criticarle perché non sono come riteniamo che dovrebbero essere? Con che presunzione ci arroghiamo il diritto di decidere cosa va bene e cosa no, cos'è “davvero” bello e cosa non lo è?"