Monteforte Irpino

Uno dei momenti più drammatici della terribile alluvione che ha devastato Monteforte Irpino: una panda 4 per 4 che tenta disperatamente di risalire la colata di fango e detriti in piena. Danni ingenti, il giorno dopo la gente è tutta in strada cerca di ripulire i depositi, i vialetti di casa, prova a mettere in moto le auto, ma il fango in qualche caso è entrato finanche nel vano motore.

In queste ore il Genio civile e l'impresa incaricata dal Comune stanno provvedendo a svuotare l'invaso creato artificialmente una decina d'anni fa facendo defluire lentamente l'acqua da un canale per non farsi trovare impreparati nel caso di una nuova colata. Naturalmente, ora bisognerà effettuare anche una ricognizione delle zone interessate dalla frana. Ci sarà da capire se questo ennesimo fenomeno di dissesto idrogeologico poteva essere evitato. E se ci possa essere stata la mano dell’uomo in tutto questo (disboscamento, incendi e speculazione edilizia). 

Anche di questo si è parlato in un summit al Comune con il Prefetto Spena, la Protezione civile, il comandante provinciale dei carabinieri Bramati e il questore Terrazzi. “L'idea di aver costruito troppo spesso tombando torrenti e fiumi naturalmente crea delle criticità ambientali. Ci deve essere uno sforzo delle istituzioni per correggere questo approccio non rispettoso degli andamenti naturali. Quando c'è un disboscamento o quando c'è una difficoltà di tenere puliti tutti gli argini o tutti gli alvei questo sicuramente aggrava la situazione. Cercheremo di capire se per quella zona c'era già un preesistente finanziamento e se ci siano i margini per sollecitare l'arrivo delle risorse”.