In un giorno elettorale, nel quale i cittadini sono chiamati ad utilizzare lo strumento principe della democrazia, quello che esprime la pratica più alta di libertà dei sistemi democratici occidentali, ricordare una figura come quella di Charlie Chaplin acquista un sapore più importante. Nella sua vita, il genio del cinema, ha pagato le distorsioni di un sistema democratico, dellla violenza di un odio ideologico che ha accecato la democrazia americana per un decennio.

Il 19 settembre del 1952, Chaplin, che viveva negli States, era in Gran Bretagna con la famiglia, iniziava l’inchiesta per verificare se fossero reali le sue “simpatie comuniste” e per impedirne il rientro secondo le norme volute dal senatore McCarthy che aveva scatenato una vera e propria caccia alle streghe. 

Charlie Chaplin non potè rientrare in quella che aveva scelto come sua patria. L’accusa segnalava che nei suoi film vi erano “gravi motivi di sfregio della moralità pubblica e per le critiche trasparenti dai suoi film al sistema democratico del Paese che pure accogliendolo gli aveva dato celebrità e ricchezza”. 

Una storia che ci racconta che un sistema, per quanto sorretto dal suffragio universale, se vieta le idee, se indaga sulla moralità, se pretende di ingabbiare la cultura in un recinto ideologico ha le stesse caratteristiche e gli stessi limiti delle peggiori dittature. 

Per questo, in questo giorno elettorale, riscoprire queste fantastiche parole pronunciate ne "il Grande Dittatore" da Chaplin che interpreta uno dei suoi personaggi più riusciti in quell’opera che ha segnato la storia della cultura mondiale, significa riscoprire il valore del voto, la forza della democrazia e la bellezza della libertà.

Mi dispiace, ma io non voglio fare l'imperatore, non è il mio mestiere.
Non voglio governare ne conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi.
Tutti noi esseri umani dovremmo, aiutarci sempre. Dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l'un l'altro.
In questo mondo c'è posto per tutti. La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi.
La vita può essere felice e magnifica, ma noi l'abbiamo dimenticato.
L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca fra le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi.
La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l'abilità ci ha resi duri e cattivi.
Pensiamo troppo e sentiamo poco.
Più che macchinari, ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza; senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto.
L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità.
Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo; milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono io dico: non disperate!
L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.
L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare!
Che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie!
Non vi consegnate a questa gente senza un'anima!
Uomini macchina con macchine al posto del cervello e del cuore, voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini!
Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l'amore altrui.
Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà!
Ricordate nel Vangelo di San Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell'Uomo». Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini ma di tutti gli uomini. Voi!
Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura, quindi in nome della democrazia usiamo questa forza, uniamoci tutti!
Combattiamo per un mondo nuovo, che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere.
Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno!
I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo.
Allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l'avidità l'odio e l'intolleranza.
Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! Nel nome della democrazia siate tutti uniti!