Un momento di preghiera interreligiosa e una piccola assemblea per ricordare le vittime della strage di Castel Volturno (Caserta), avvenuta dodici anni fa per mano di Giuseppe Setola e dei componenti dell'ala stragista del clan dei Casalesi Davide Granato, Alessandro Cirillo, Giovanni Letizia e Antonio Alluce. Sei persone, tutte ghanesi - Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Jeemes Alex, Samuel Kwako, Christopher Adams, El Hadji Ababa - morirono sotto le decine di proiettili sparati dai kalashnikov dei killer, che agirono per motivi razziali, come riconosciuto dalla sentenza definitiva di condanna; un settimo ghanese, Joseph Ayimbora, rimase invece ferito alle gambe, con coraggio testimoniò contro i sicari facendoli condannare all'ergastolo e morì qualche anno dopo (2012) per cause naturali, ma di certo influirono sulla sua condizione fisica le conseguenze fisiche e morali della strage.
Ad Ayimbora fu assegnata dopo la morte la medaglia d'oro al valor civile. All'esterno della sartoria etnica "Ob Ob Exotic Fashions", gli attivisti del Centro sociale ex Canapificio di Caserta, insieme al Centro per Migranti Fernandes rappresentato dal direttore Antonio Casale, alla Caritas di Capua e Caserta, a Libera, Emergency, Terre di Don Peppe Diana, e a numerosi immigrati (presenti anche il senatore Sandro Ruotolo e il deputato Antonio Del Monaco e un rappresentante della prefettura), si sono così ritrovati come ogni anno per commemorare un evento che segnò profondamente nel 2008 il Casertano. Quell'anno Setola e i suoi complici uccisero 18 persone instaurando una vera e propria stagione del terrore; morirono imprenditori coraggiosi che avevano denunciato gli estorsori del clan, come Domenico Noviello e Antonio Celiento, parenti di pentiti. Ma a fare scalpore fu soprattutto la strage dei ghanesi, accusati ingiustamente di vendere la droga, ma alla fine risultati vittime completamente innocenti. (
Strage dei ghanesi: il ricordo a Castelvolturno
Morirono sotto i colpi dell'ala stragista di Setola
Redazione Ottopagine