Una eterna campagna elettorale, una 'never ending story', direbbero gli Americani, che in Italia è divenuta minestra riscaldata, per utilizzare un eufemismo. Eh si, perché nonostante i dati restino negativi sul fronte economico nazionale, ovviamente equiparati a quelli della zona euro, il governo centrale continua a millantare di aver "destinato fiumi di soldi alle imprese".
Ovviamente nell'immaginario collettivo si fa strada l'idea di una economia in solida ripresa visto il fiume di soldi che ha sommerso le aziende, ma in effetti la questione è molto diversa, fanno sapere dal Centro Studi della Lepre Group. "Soldi non ce ne sono - esordisce Gianni Lepre, opinionista economico del Tg2 e presidente del Club delle Eccellenze di Confesercenti Campania e Molise - quindi per i fiumi l'immaginazione dell'esecutivo nazionale ha lavorato alacremente a costruire una realtà virtuale nella quale ha inserito il Bel Paese".
"La cosa buffa - chiarisce Lepre - è che questa cosa non l'hanno detta nemmeno alle banche, quindi una prova del nove di quanto affermiamo potrebbe tranquillamente essere il recarsi in Banca e cercare di farsi attribuire quanto millantato dal premier Conte e dal ministro Gualtieri". Lepre ha poi concluso: "Dei 113 mld di risorse elargite di cui parla la Uil, quante effettivamente sono state concesse, e quante sono state annullate per non bancabilità? Sappiamo che il 48% di questa somma è andata alle imprese mentre il resto alla cassa integrazione ed al sostegno al reddito; quindi alla fine ragioniamo su un 48% di cui non si conosce però la percentuale reale di accesso al credito, ma solo quella millantata nella giostra elettorale".
L'ultima riflessione: "Il vero fiume di soldi è quello in arrivo con il Recovery Fund, almeno quelli sono circa 209 mld di euro reali che l'Europa mette a disposizione di una Economia 'lacustre' come la nostra dove la carta filigranata passa la dogana della politica per fermarsi negli stagni della burocrazia in genere infestati da coccodrilli. Ma questo il governo lo sa bene, come sa bene che 'senza soldi non si cantano le messe' che tradotto in un linguaggio più consono all'economia reale, significa che se si continua solo sulla strada degli sgravi alle tasse delle imprese, con elemosine una tantum nel carosello del dare e avere, il Sistema Paese colerà a picco inevitabilmente perché non supportato da liquidità reale ma solo da quella derivante dall'analisi di un credito d'imposta. Questo è il momento del coraggio: investire il tutto per tutto sul Made in Italy per far ripartire il motore di questo Paese i cui ingranaggi sono a nord, mentre il combustibile è il profondo sud dove le idee diventano realtà, dove l'eccellenza risiede da sempre".