«Giovannantonio Puopolo una personalità di grande rilievo, un imprenditore importante. È un avellinese-arianese che è legato al proprio territorio anche se il successo lo ha dappertutto, e quindi sono quelle figure che ovviamente rendono orgogliosa la nostra Regione». Così Stefano Caldoro nel suo incontro con la stampa e gli elettori ad Ariano Irpino.
Particolarmente sentito ed articolato l'intervento di Giovannantonio Puopolo: «De Luca avrebbe dovuto lasciare la presidenza della Regione 45 giorni prima delle elezioni – ha spiegato il candidato alle Regionali per Forza Italia – invece sta ancora seduto lì grazie al Covid-19. Lui dice che ha salvato la Campania dal virus, io dico che è il virus che ha salvato lui, perchè è grazie al virus che lui ostenta un vantaggio. A dicembre il suo partito, il Partiro Democratico, rifiutava la candidatura di questo personaggio, uno che è stato capace solo di uscire in televisione è terrorizzare i cittadini come quando si era in guerra, e con la paura addosso ci porta a votare. Il Presidente Caldoro, invece, dal 2010 al 2015 ha portato avanti un grandissimo lavoro per le aree interne, chi ha amministrato lo sa, ma anche i cittadini ricorderanno l'“Accelerazione della spesa”. I quattro irpini che in Regione hanno gestito il potere per questi cinque anni e che oggi si ricandidano annunciando il cambiamento in Regione fanno specie perchè è una candida ammissione di aver portato avanti il nulla. I nostri obiettivi invece sono ben precisi, intendiamo portare avanti le microimprese, favorendo l'integrazione dell'agricoltura al turismo, valorizzando le nostre eccellenze, i nostri prodotti tipici e le nostre tradizioni. Creando lavoro e non assistenzialismo.
La Regione possiede in bilancio 100 milioni di euro per il turismo, di questi fondi qui non è mai arrivato un centesimo. La promozione territoriale non è mai stata fatta. Noi invece punteremo a questo, a dare reddito attraverso l'agricoltura e il turismo. E allora - ha concluso Puopolo - andiamo tutti a votare e facciamolo per una persona perbene come Stefano Caldoro e non per una controfigura di Crozza»