Atripalda

Rino Bilotto, direttore provinciale di AssoApi (associazione piccoli imprenditori), ha lasciato la sua impronta sugli eventi natalizi organizzati ad Atripalda. Le casette in legno in piazza sono state una sua idea, apprezzata o criticata a seconda dei punti di vista, ma Bilotto è stato anche colui il quale si è assunto la responsabilità di garantire la sicurezza delle luminarie. Ora che la piazza è completamente sgombra, un bilancio è doveroso.

Direttore Bilotto, ad Atripalda come sono andate le cose quest’anno?

«Tranne qualche piccola criticità, dal mio punto di vista il bilancio è più che soddisfacente. Erano anni che Atripalda nel periodo natalizio non metteva in campo una serie di iniziative come quelle viste stavolta. Certo il clima è stato piuttosto rigido e non ha favorito una grossa partecipazione, ma in alcune serate, come quella della seconda notte bianca, si è avuta la dimostrazione che con una buona organizzazione e con il clima ideale i risultati arrivano».

E il villaggio della piazza?

«Credo che la ruota panoramica abbia rappresentato una bella scenografia per Atripalda. Le casette di legno, invece, hanno registrato alti e bassi».

Si spieghi…

«I commercianti che ci hanno creduto e che le hanno tenute sempre aperte credo abbiano fatto buoni incassi. Altri, magari, si sono scoraggiati e dopo qualche giorno le hanno chiuse. Ad ogni modo, l’esperienza di quest’anno ci potrà essere utile per il futuro».

Per esempio?

«Proprio sulle casette, forse, bisognerebbe considerare che la volontà di destinarle esclusivamente a commercianti locali ci ha penalizzati. Sono convinto che se avessero potuto sfruttarle anche operatori della provincia o di fuori provincia, i quali avrebbero arricchito l’offerta di prodotti tipici, il risultato sarebbe stato migliore. Se osserviamo ciò che accade ad Avellino da alcuni anni ne abbiamo la riprova».

Ma erano adatte per scopi commerciali?

«Perché no? Sono le stesse che usano in Austria nei mercatini tipici tirolesi e hanno sempre funzionato bene in tutte le realtà dove sono state montate. Sant’Angelo dei Lombardi, Castellammare di Stabia, Pomigliano d’Arco, Montemarano, Candida sono tutte piazze che hanno ospitato od ospiteranno le nostre casette in legno».

Ad Atripalda sono state offerte gratuitamente?

«L’associazione che rappresento, l’AssoApi, ha messo a disposizione le casette gratuitamente. Gli undici commercianti che le hanno utilizzate hanno speso 480 ero ciascuno, di cui 345 serviti a pagare la tassa di occupazione del suolo pubblico ed il resto la vigilanza notturna effettuata da una pattuglia istituto privato che passava in piazza almeno due, tre volte ogni notte. Se proprio devo essere sincero, c’ho anche rimesso qualcosa. Così come ho dovuto assumermi la responsabilità sulla sicurezza delle luminarie: tutti si sono tirati indietro ed, allora, ho firmato io pur di vedere la città illuminata a festa».

Sarebbe disposto per il futuro a coordinare gli eventi natalizi?

«Se il prossimo anno dovessi essere incaricato dall’Amministrazione  avrei certamente qualche idea da proporre. Tuttavia, a me non piace mettermi in evidenza, mi piace essere uno dei tanti e non vedo di buon occhio le persone che vogliono fare i protagonisti a tutti i costi. Sono convinto, piuttosto, che gli eventi vadano organizzati con alcuni mesi di anticipo, altrimenti senza programmazione c’è il rischio di fallire l’obiettivo. E se ad occuparsene sarà un comitato di eventi, che pare si vorrà costituire quanto prima ad Atripalda, composto da rappresentanti dell’Amministrazione comunale e delle associazioni cittadine, la soluzione mi pare senz’altro quella più giusta».

 

Gianluca Roccasecca