Circa 10 autobus scolastici, di quelli convenzionati con il Comune di Napoli dedicati al servizio di trasporto degli studenti, hanno stazionato sul lungomare partenopeo per protestare e chiedere alle istituzioni un sostegno.
Il rischio è che all’apertura delle scuole i 150 scuolabus che prestano servizio in città non potranno fornire il servizio perché con le nuove norme sul distanziamento diventerebbe antieconomico.
Federico Capocelatro conducente e attivista ha affermato che dopo “sette mesi le uniche soluzioni prese sul trasporto scolastico non ci consentono di lavorare. Chiediamo aiuto alle istituzioni altrimenti saremo costretti a restare fermi. Abbiamo spese fisse ingenti, dall'assicurazione alla manutenzione, dalle analisi tossicologiche che dobbiamo fare ogni anno a nostre spese alla manutenzione dei mezzi. Con le attuali disposizioni far partire i nostri scuolabus significherebbe andare in perdita".
La protesta mette al centro almeno due problematiche che si generano con le linee guida sul trasporto scolastico, linee guida decise nella conferenza Stato-Regioni.
Innanzitutto c’è il problema della capienza dei che viene ridotta drasticamente . Si è passati dalla possibilità di trasportare 20 studenti ad un massimo attuale di 5 o 6.
In più a preoccupare i conducenti c’è la paventata possibilità di una liberalizzazione del servizio.
"Diventerebbe antieconomico svolgere il servizio - ha spiegato Carlo Di Dato, presidente di Assodiritti - a meno che non si trovino 5 o 6 genitori folli disposti a pagare una retta di 200 300 euro. Ma questo va escluso. Chiediamo, cosi' come previsto nell'accordo stipulato tra Stato Regioni per i mezzi del trasporto pubblico locale, un sostegno per il mancato introito anche per questa flotta di 150 scuolabus che svolgono il servizio a Napoli. Per il Tpl parliamo di una riduzione degli introiti di circa il 20 per cento. I conducenti dei mezzi di trasporto scolastico avranno perdite del 70%".
Di Dato ha sostenuto che consentire anche ai privati di svolgere il servizio "metterebbe nel caos il trasporto scolastico. Sarebbe una giungla. Noi vogliamo rispettare le regole, il distanziamento e' necessario, ma le istituzioni devono ascoltarci: se vogliono tutelare il servizio e' necessario un sostegno. Altrimenti, i bus resteranno fermi e siamo pronti a circolare per la citta' di Napoli non per trasportare i bambini ma per creare disagi".