La cattiva notizia è che il contagio in Campania galoppa: da domenica scorsa a ieri sono 352 i nuovi contagiati nella regione, con una media di 53 nuovi casi di coronavirus al giorno. I dati, ça va sans dire, sono pessimi, perché il contagio è diffuso praticamente ovunque in regione tra rientri, cerimonie, feste e quant'altro. Sono numeri che riportano al mese di Aprile, quando però si era in pieno lockdown e con focolai attivi su tutto il territorio tra case di cura, ospedali e altro.
L'indice Rt si aggirerebbe attorno ai 2, sebbene con dei distinguo che appaiono fondamentali.
Sì, perché la buona notizia è che di tutti i casi covid attivi sul territorio solo il 6,9 per cento ha sintomi tali da richiedere l'ospedalizzazione (non parliamo di casi gravi dunque, ma di casi con sintomi), di casi gravi ce n'è uno solo, in terapia intensiva, che in rapporto ai 792 casi attivi sul territorio campano rappresenta lo 0,1 per cento.
Insomma: si è in piena seconda ondata di covid, ma guardando ai numeri e all'età media dei contagiati che si è di molto ridotta e della maggior conoscenza che si ha del virus e del suo comportamento, sembrerebbe con conseguenze ben meno drammatiche rispetto alla prima fase.
Ciò naturalmente non intacca in alcun modo l'esigenza di prudenza e di comportamenti responsabili: l'utilizzo della mascherina al chiuso e all'aperto in presenza di altre persone, i lavaggi continui delle mani e osservare una fase di isolamento domiciliare in caso di rientro da paesi esteri o da zone calde come la Saredegna.
Covid: boom di casi in Campania, ma pochi sono gravi
792 casi attivi: il 6,9 per cento curati in ospedale, solo lo 0,1 per cento in terapia intensiva
Cristiano Vella