Per un selfie giusto e originale oggi si è disposti a tutto, anche a violare le regole, anche a mettere a rischio i reperti archeologici che testimoniano il passare dei secoli e rischiano di rimanere schiacciati sotto la stupidità di una società dei social e dell’apparenza.
Una donna a Ferragosto è salita sul tetto delle terme negli scavi di Pompei per fotografarsi mostrando quanto spesso il turismo inconsapevole e forzato che punta più alla foto che all’osservazione e alla scoperta dei luoghi, possa rovinare più che valorizzare le bellezze di ogni territori.
La turista è stata però fotografata e ora, dopo un’indignazione social e un polverone che si è alzato anche sui controlli che si applicano all’interno degli scavi, è stata aperta una indagine della Soprintendenza.
La giovane, di cui per ora non si conosce l'identità e neanche la nazionalità, ha violato il divieto e infranto il regolamento del Parco archeologico che espressamente proibisce di salire ma anche solo di sedersi o di appoggiarsi sui monumenti del sito.
I biglietti prenotati sono nominativi e quindi, qualora la Soprintendenza ritenesse opportuno identificare la turista per sanzionarla, si potrebbe risalire alla sua identità incrociando le immagini delle telecamere al momento dell'ingresso con il nome impresso sul biglietto; a patto che la donna non abbia fornito un falso nominativo.
Le Terme centrali, che sorgono all'incrocio tra via di Nola e via Stabiana e si sviluppano sullo spazio di un intero isolato, l'insula 4 della Regio IX, arrivano ad un'altezza di tre metri.
Chi conosce il complesso termale aperto al pubblico dal 25 novembre dello scorso anno, è a conoscenza dell'esistenza di una scalinata che porta fino al tetto del vasto complesso. Scalinata naturalmente vietata ai turisti.
Tale reato è punibile penalmente, con reclusione da tre mesi a un anno e con la multa da mille a 3mila euro.