Non si ferma neanche a ferragosto la grande macchina della solidarietà nei centri di accoglienza. Le immagini di aprile, quando nei giorni più critici dell’epidemia nel pieno lockdown oltre 1000 mersone al giorno attendevano in coda davanti alla mensa del Carmine, a Napoli, non sono poi così lontane. E oggi, sotto il sole cocente di agosto, ancora una volta i volontari - gli “angeli dell’epidemia” come li ha ribattezzati Padre Francesco Sorrentino -erano a lavoro per preparare da mangiare ai poveri che bussano alla porta del centro Padre Elia Alleva.
Per la sola giornata di oggi sono stati preparati più di 500 pasti. Dall’alba in cucina una decina di volontari, hanno sbucciato cipolle per preparare il sugo alla genovese. Grandi pentole piene di bontà, da cui escono piatti pronti per essere consegnati alle centinaia di persone che attendono fuori. Non solo. Alcuni volontari consegnano pasti a domicilio, ai più anziani, ai disabili, alle famiglie in difficoltà con bambini piccoli. Il numero di richieste è andato via via crescendo nelle ultime settimane anche se nei mesi di maggio e giugno si era registrato un calo rispetto ai grandi numeri di piena pandemia. Nel solo mese di aprile in questa mensa sono stati preparati oltre 20mila pasti. Oggi non siamo a quelle cifre ma per ferragosto abbiamo assistito a una nuova crescita del bisogno, in concomitanza con la chiusura delle attività e il rientro in Italia di centinaia di stranieri stagionali.
Intanto prosegue, anche a Ferragosto, la campagna di prevenzione anti Covid tra i senza fissa dimora messa a punto dall’ Asl per evitare il rischio che possano svilupparsi nuovi focolai di infezione.