Sono i primi, segreti e riservatissimi, dati sulle prossime Regionali quelli visionati da Ottopagine. Numeri che pur confermando un’agevole vittoria di Vincenzo De Luca, fanno tremare i tanti aspiranti o uscenti consiglieri regionali soprattuto nel Partito Democratico.

Questi documenti, sulla scrivania del governatore De Luca da due giorni, sono stati visti anche il segretario regionale Leo Annunziata, che da quel momento non dorme affatto sonni tranquilli. 

Il governatore uscente è in testa con un distacco maggiore ai 20 punti percentuali su Stefano Caldoro del centrodestra e di un 40 punti su Valeria Cirambino del Movimento 5 Stelle. 

Dunque se per il governatore vola e la sua figura ormai è diventata quella trainante di una vittoria annunciata, a pagare un prezzo enorme è proprio quel Pd che dovrebbe essere il partito di De Luca. I dem riuscirebbero infatti ad eleggere solo 10 consiglieri regionali. Un terremoto per un partito che nel 2015 ne lesse 17 e che oggi, già in difficoltà per trovare candidati, rischierebbe di vedere sacrificati anche molti uscenti. 

A fare la parte da leone sarebbe invece la super-lista “De Luca Presidente” che si troverebbe ben 6 consiglieri nell’assise regionale e diventerebbe un secondo gruppo di maggioranza sul quale lo “sceriffo” potrebbe fare maggiore affidamento rispetto ai vari animi, alle varie correnti e ai vari ras del Pd, che in questi 5 anni hanno agitato spesso la tranquillità e la leadership del governatore. 

Anche l’altra lista di De Luca, “Campania Libera” sarebbe in crescita e riuscirebbe a piazzare ben tre eletti. Si giungere dunque a 9 consiglieri di stretta fede deluchiana, un vera e propria armata del presidente che potrebbe diventare il primo gruppo in consiglio regionale visto la possibilità di attrarre altri componenti.

Anche Italia Viva di Renzi, riuscirebbe a centrare un obiettivo tutt’altro che scontato con l’elezione di due consiglieri. Un risultato che farebbe gola ai tanti che si sono spostati con il soggetto politico renziano anche perché sarebbe il primo livello di una struttura di potere che manca al giovane partito dell’ex-presidente del consiglio dei ministri. 

Insieme con italia Viva raggiungerebbero i due eletti, con il complicato meccanismo dei resti previsto dalla legge elettorale regionale, anche l’Unione i Centro, il Centro Democratico. Mentre si fermerebbero ad un solo eletto Articolo 1, La lista dei Professioni, il Psi, la lista di Mastella e quella animalista. 

Resterebbero fuori dunque solo i Verdi di Emilio Borrelli. 

Un terremoto vero e proprio per quello che diventerebbe il nuovo centrosinistra alla De Luca. Una coalizione in salsa campana, che vedrebbe un Pd sempre più debole, un “partito” di uomini del presidente sempre più forte e ormai egemone.

Nel centrodestra a parte l’entrata in consiglio regionale della Lega di Salvini tutto resterebbe invariato con Forza Italia che seppur vittima degli abbandoni dei big, resterebbe comunque il primo partito di un centrodestra che deve ritrovare equilibrio e soprattuto leaderchip.

I 5 Stelle, che si sono condannati all’isolamento in Campania, tornerebbe alla loro naturale vita di opposizione.