Montesarchio

Cinque attività imprenditoriali e commerciali di Montesarchio, Moiano, Paolisi (due) e Airola. Sono i 'bersagli', secondo la ricostruzione degli inquirenti, delle richieste estorsive al centro dell'indagine della Dda e dei carabinieri della Compagnia di Montesarchio sfociata questa mattina – vedi altro servizio – nell'esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare.

Tentata estorsione (e detenzione e porto in luogo pubblico di armi ed ordigni) con l'aggravante dell'agevolazione del clan camorristico Pagnozzi: queste le ipotesi di reato prospettate a vario titolo dall'attività investigativa, puntata sulle 'attenzioni' intimidatrici a colpi di arma da fuoco, incendi ed esplosioni registrate da settembre a dicembre del 2018 e, poi, nel febbraio del 2019.

Colpi di pistola sparati contro finestre e porte di abitazioni, uffici e serrande dei titolari delle ditte prese di mira, le fiamme appiccate ai mezzi e, in un caso, all'altezza della camera da letto di una casa, una bomba fatta deflagrare dinanzi ad un locale.

E, poi, la 'visita' che avrebbe subito una delle vittime: era con la moglie nella sede dell'azienda quando si era presentata una persona che aveva chiesto 100mila euro, sostenendo che i “compagni stanno aspettando da sette mesi e che voi sapete dove andare”.

Questo il quadro che sarebbe emerso da un'inchiesta supportata da intercettazioni telefoniche, dai servizi tradizionali di appostamento e pedinamento, da perquisizioni e sequestri. Un lavoro che avrebbe consentito di acquisire una serie di indizi che il Gip ha ritenuto sussistenti, firmando il provvedimento restrittivo a carico di nove persone – otto in carcere, una al divieto di dimora in Campania -, mentre altre tre sono indagate a piede libero.

Da domani gli interrogatori dinanzi al gip Claudio Marcopido: un appuntamento che gli indagati, se non si avvarranno della facoltà di non rispondere, potranno utilizzare per offrire la loro versione.