Caldoro apre la campagna elettorale all’Holliday Inn del Centro Direzionale di Napoli, a due passi dal Consiglio Regionale dove negli ultimi 5 anni ha svolto il ruolo di capo dell’opposizione.
I simboli dei partiti storici del Centrodestra campeggiano in bella vista sotto la scritta di Stefano Caldoro Presidente.
Tra gli ospiti oltre ai coordinatori regionali dei tre partiti, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, si fanno vedere alcuni riferimenti locali, sindaci, deputati, consiglieri comunali e regionali.
Stefano Caldoro lancia, finalmente la sfida dopo mesi di attese e strategie per trovare la quadra sul suo nome. Dopo il ritiro di Cesaro e la visita di Salvini a Mondragone, la partita si fa sempre più difficile per il Centrodestra ma il candidato ci crede e vuole prendersi la rivincita su De Luca. “Le sfide difficili sono quelle che mi piacciono di più - dice Caldoro - i sondaggi si stanno muovendo e alla fine vinciamo perché siamo dalla parte giusta, quella della trasparenza”.
Caldoro non risparmia attacchi a De Luca che “è scappato dal suo ruolo di opposizione in consiglio regionale per tornare nella sua Salerno dove aveva il suo sistema di potere. Ci sono immagini di questi 5 anni che mostrano una Campania più povera e più indietro. Le ecoballe sono ancora lì. Noi non le abbiamo tolte, vero, ma non avevamo promesso di toglierle. Chi ha avuto i soldi per intervenire e non le ha eliminate, oggi deve dare spiegazioni. L’immagine dei pendolari che camminano sui binari, il sistema rifiuti sul quale nessun passo avanti è stato fatto, la sanità che viene gestita come un sistema di potere, nonostante le eccellenze. Ci siamo dovuti difendere dalla “frittura di pesce” che è diventata rappresentazione della politica regionale. Sono immagini di una Campania più povera, più debole e più in crisi che dobbiamo e possiamo far rinascere”.
Poi sui fatti di Mondragone il candidato del Centrodestra alza il livello di scontro e dice con nettezza che i dati “sono stati nascosti. Perché? Perché bisognava dire che si è risolto Mondragone prima della visita di Salvini? 23 contagi sono stati nascosti, cancellati. La colpa non è dei dieci anni precedenti o di chi non ha agito altrove, la responsabilità è di questo governo regionale che non ha controllato dove doveva. Quella di Mondragone è una chiara menzogna”.
Caldoro ci crede “perché siamo dalla parte di chi vince. Questa battaglia la facciamo fino in fondo è non ci facciamo intimorire”.