Il figlio sedicenne avrebbe dovuto raggiungerlo proprio questo mese a Palma Campania. Il nulla osta della prefettura di Napoli era pronto, si sarebbero abbracciati dopo tanto tempo. Ma Islam Mofijul, un immigrato del Bangladesh residente nel comune vesuviano come tanti suoi connazionali in cerca di un lavoro e di una vita migliore, è morto il 3 giugno scorso dopo un lungo calvario al Loreto Mare.
Islam aveva contratto il coronavirus. I medici gli avevano praticato il tampone quando si trovava in ospedale a Sarno per alcuni malanni bronchiali. Il sospetto che fosse stato contagiato era forte, ma Islam era ancora più forte del virus. Da Sarno fu trasferito al centro covid del Loreto mare dove è rimasto per tre lunghi mesi. Ma alla fine ha negativizzato il virus. Il suo corpo tuttavia era fortemente debilitato al punto che appena dopo il miglioramento ha avuto un ictus con paralisi lato destro. Le sue condizioni si sono ulterirmente aggravate quando è sopraggiunto il blocco renale e a quel punto il cuore ha ceduto.
“Volevamo mandare la sua salma in Bangladesh a casa sua – racconta Giovanni De Pietro del Sindacato Immigrati Autonomo di Palma Campania - ciò non è stato possibile giacchè per coloro che hanno avuto un precorso infettivo, di covid19 soprattutto, è vietato l’espatrio. Avevamo pensato a fare cremazione e poi far ottenere ai familiari le ceneri, ma la famiglia e gli amici ci hanno riferito che, sia per il modo di pensare di Islam e sia per motivi religiosi, la cremazione non era possibile”.
L'unico luogo dove poteva essere seppellito era quindi il luogo di residenza, cioè Palma Campania. De Pietro, da sempre vicino alla comunità bengalese che nel comune vesuviano conta migliaia di presenze, ha provveduto a fare tutti gli incartamenti necessari, pagando una ditta specializzata per riportare la salma a casa.
Il 6 giugno Islam è stato seppellito nel cimitero di Palma. Per l'occasione è stato consentito a circa 40 connazionali di sostare nel cimitero dinanzi alla bara di Islam nel rispetto delle norme anti covid e lì si è tenuta una preghiera collettiva.
“E'stato molto emozionante – prosegue ancora De Pietro - I Palmesi presenti in quel momento al cimitero si sono fermati a guardare, anche loro emozionandosi”. A fine preghiera gli operatori cimiteriali hanno proceduto ad interrare ed è stata collocata sulla tomba un cuscino di fiori donati dal sindaco Nello Donnarumma a nome di tutta la comunità palmese.
La moglie e il figlio di sedici anni hanno potuto assistere alla funzione, collegati dal Bangladesh attraverso una diretta web. Una famiglia distrutta dal dolore, anche loro in pieno isolamento da crisi sanitaria, e ora senza il capofamiglia che contribuiva a mandare le rimesse a casa ogni mese per sostenerli.
Le spese occorse per i funerali di circa 2.000 euro sono state pagate con una veloce colletta tra gli amici di Islam.
A giorni alcuni suoi connazionali organizzeranno una ulteriore raccolta di fondi da destinare alla famiglia per alleviare le avversità.