L’America brucia. Bruciano le strade invase da milioni di ragazzi e ragazze che rivivono gli stessi identici drammi e le stesse e identiche violenze dei loro nonni. 
In questo fuoco e in questi scontri l’America si riscopre fondamentalmente razzista, un Paese che ancora non ha fatto i conti con la sua storia, con lo schiavismo, con quella divisione razziale e quel potere bianco che reprime ed esclude. 
L’America rivive l’ennesima vittima nera della cieca violenza razzista della polizia. Una violenza che nasce e si sviluppa nelle piaghe di una frattura sociale reale che attraversa la storia americana e che non è mai stata sanata e che non sembra rimarginabile. 

L’America è sempre la stessa, nonostante abbia avuto il suo primo presidente nero, è una nazione che ha nella sua storia un imprimatur profondamente razzista che incide ancora oggi culturalmente nella vita quotidiana degli americani. 

L’America è scesa in piazza arrabbiata e inquieta dopo le immagini di George Floyd ucciso a 46 anni dalla brutalità razzista della polizia di Minneapolis, con la faccia sotto il gioncchio di un sadico poliziotto mentre chiedeva per piacere di lasciarlo respirare.

Durante queste settimane di protesta hanno parlato in molti, sono scesi in strada le icone del movimento per i diritti dei neri in america, hanno riecheggiato gli slogan di anni passati. 

Ma una nuova generazione ha conquistato il centro della protesta, la prima linea dei cortei. Una generazione che per la prima volta vive da protagonista questi scontri. Infatti, uno dei discorsi  che ha fatto il giro del mondo in queste settimane è quello della tennista sedicenne Coco Gauff. Una ragazza prodigio, entrata già a 15 anni nelle prime cento tenniste del modo. Una tipica storia americana di successo, quel successo nero che serve a pulire le coscienze.
Coco con le sue parole appassionate ha riallacciato i fili di una battaglia che in questo Paese si combatte da generazioni. Le parole di questa sedicenne sono le parole di un popolo e raccontano una storia di violenze e di oppressione. Le parole della giovane tennista prodigio sono quelle di un popolo che non ha più voglia di accettare in silenzio. 

Ciao a tutti, mi chiamo Coco. Ho appena parlato con mia nonna e penso che sia triste che io sia qui a protestare per gli stessi motivi per i quali lei protestava più di 50 anni fa. 
Sono qui per dirvi che per prima cosa dobbiamo amarci l’un l’altro, a qualunque costo.
Dobbiamo parlarne. Ho passato l’intera settimana a discutere provando a spiegare ai miei amici non-neri che anche loro possono aiutare il movimento. 
Seconda cosa: abbiamo l’esigenza di agire. E si siamo tutti qui  per protestare e io non ho ancora l’età per votare, ma nelle vostre mani votare per il mio futuro, per il futuro dei miei fratelli e per il vostro futuro. Questa è una delle vie del cambiamento. 
Terza cosa: dovete usare la vostra voce. Non importa quanto sia grande o piccola la vostra piattaforma ma dovete usare la vostra voce. Martin Luther King diceva: “ il silenzio della brava gente è peggiore della brutalità delle persone cattive”. Non dovete restare in silenzio. Perché se state scegliendo il silenzio vi state schierando dalla parte degli oppressori.
Ho sentito molte cose nella scorsa settimana, e una delle cose che ho sentito è “Bene, non è un mio problema”. Quindi voglio dirvi questo: se ascoltate la black music e vi piace la black culture e avete amici neri questa è anche la vostra battaglia. 
Non è un tuo compito, non è un tuo dovere aprire la bocca per dire “oh Lil Uzi Vert p il mio artista preferito ma non mi interessa ciò che è accaduto da George Floyd”, che senso può avere.  
Io esigo un cambiamento ora e sono triste che ci sia voluta un’altra vita persa di un ragazzo nero perché tutto questo accadesse ma dobbiamo capire che questo andrò avanti per anni. Non riguarda solo George Floyd. Riguarda Trayvon Martin. Riguarda Eric Garner. Riguarda Breonna Taylor. 
Avevo 8 anni quando Trayvon Martin fu ucciso. Perché sono qui a 16 anni a chiedere ancora un cambiamento. Questo mi distrugge il cuore. Perché sto lottando per il futuro per i miei fratelli. Sto lottando per il futuro dei miei futuri bambini. Sto lottando per il futuro dei miei futuri nipoti. 
Dobbiamo cambiare ora e prometto di usare sempre la mia piattaforma per condividere informazioni vitali contro il razzismo. 
Le vite dei neri contano, sempre. Contavano prima, contano ora e conteranno nel futuro.