Frigento

Per dare la possibilità di poter ripartire o almeno di non aggravare ulteriormente la
situazione creatasi in questi mesi di chiusura forzata, il Comune di Frigento ha deciso di
mettere in campo altre due deliberazioni di sostegno a determinate fasce della
cittadinanza.
Nella seduta del primo giugno, la Giunta Comunale ha approvato alcune riduzioni riguardo
il tributo TARI, che è istituito per la gestione dei rifiuti urbani. Le attività commerciali
obbligate alla chiusura in virtù dei vari decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri,
riceveranno la riduzione dell’imposta per i due mesi e mezzo di interruzione – il periodo
considerato va dal 10 marzo al 24 maggio 2020 – della quota variabile della tariffa. In
questa categoria rientrano bar, ristoranti, pizzerie, parrucchieri, estetisti.
Mentre le attività commerciali che hanno volontariamente ritenuto opportuno di tenere
chiuso il proprio esercizio allo scopo di contribuire al contenimento della diffusione del
virus, potranno richiedere l’azzeramento della quota variabile dell’imposta per il periodo
compreso tra il 10 marzo e il 30 aprile 2020, ovvero cinquantuno giorni. In questo caso la
richiesta di riduzione della tariffa andrà presentata dal titolare tramite
un’autocertificazione.
I mancati introiti saranno coperti tramite i fondi messi a disposizione degli Enti Locali dal
“Decreto Rilancio”.
La seconda deliberazione è stata presa dal Consiglio Comunale, riunitosi in presenza, ma
nella modalità dovuta al distanziamento sociale imposto dalla prevenzione sanitaria, il 29
maggio scorso. Hanno partecipato tutti i tredici i membri dell’assise, dando prova di
attaccamento al ruolo ricoperto, e hanno discusso di un argomento sempre molto

sensibile: l’IMU, ovvero l’imposta municipale che ha come oggetto la componente
immobiliare del patrimonio. All’unanimità è stata approvata la riduzione del 50% del valore
delle aree fabbricabili, fatta eccezione per la Zona D1. Questo comporterà la riduzione
dell’imposta su tali aree a partire dal primo gennaio dell’anno corrente. Le aree individuate
sono sempre state soggette a forti critiche per un’imposizione creata dal Governo centrale
su beni che non portano reddito immediato e, in questa situazione particolare, il tributo
rappresenterebbe un peso oltremodo gravoso, addirittura insostenibile per qualcuno.
«All’interno dei margini previsti dalle varie normative – ha affermato Carmine Ciullo, il
Sindaco di Frigento – l’Amministrazione Comunale sta cercando di alleviare la condizione
dei propri concittadini. Dopo la febbrile attività svolta durante il periodo di isolamento, e
puntando soprattutto ai bisogni immediati di categorie maggiormente a rischio come
anziani, persone svantaggiate, famiglie in difficoltà, anche grazie alla collaborazione della
Pubblica Assistenza di Frigento “Rocco Pascucci” e dell’intera popolazione che ha donato
generi alimentari, ora puntiamo a mettere in campo azioni legate in maniera specifica
all’amministrazione dei beni comunali».
Proprio la “Festa della Repubblica” è stata l’occasione per riannodare i fili dell’impegno
comune dei frigentini. Infatti nella mattinata del 2 giugno, all’interno della Villa Comunale,
davanti al “Monumento ai Caduti”, in una situazione ai limiti del surreale, alla presenza di
poche persone, doverosamente distanziate e con indosso le mascherine, sono stati
inaugurati due pennoni che ospiteranno le bandiere simbolo del nostro vivere identitario:
il “Tricolore” e il “Vessillo blu” con le dodici stelle dorate simbolo dell’Europa Unita.
Durante la manifestazione il Sindaco ha ricordato tutto l’impegno profuso dai singoli
cittadini, dalle Forze dell’Ordine e dalle associazioni in questi mesi drammatici. Giovanni
Capobianco, presidente della sezione provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani
d’Italia, ha sottolineato il dato storico della maggioranza referendaria ottenuta dalla forma
di Stato Repubblicana nelle votazioni del 2 giugno 1946 a Frigento e l’impegno derivante
ancora oggi da quella scelta coraggiosa. Il parroco, don Pietro Bonomo, ha invece esaltato
la necessità di mettere da parte ogni egoistica spinta al vivere disinteressati e la necessità
di camminare come società dal corpo unico, soprattutto nei momenti di maggiore
difficoltà.