Atripalda

Caro Presidente Mattarella, le scriviamo con profonda stima, sia personale che istituzionale. Non sta di
certo a noi dirlo, ma abbiamo gradito la sua posizione su più tematiche delicate. Proprio per questo vogliamo mostrarle le nostre preoccupazioni.

Questa pandemia ci ha sicuramente portato all’attenzione alcuni paradossi con cui conviviamo, un Paese in cui sono così poche le persone che hanno così tanto, e così tante le persone che hanno così poco. Un Paese in cui l’emergenza climatica si limita ad essere la preoccupazione di alcuni e non un allarme condiviso. Un Paese in cui la lotta alla mafia ed alla corruzione vengono usate come spot sulla pelle delle vittime innocenti e delle loro famiglie.

Un Paese in cui i cd. “Decreti Sicurezza” sono giustificati nonostante la radicata matrice razzista. Siamo molto preoccupati per il nostro Paese. Non a caso le inviamo questa lettera il 2 Giugno, in quella che è la Festa della Repubblica, giornata che dovrebbe unire tutto il popolo italiano e che invece viene utilizzata in maniera strumentale da personaggi che indossano un bel vestito.

L’Italia dovrebbe essere di un bambino preoccupato per la sua pagella, dei commercianti in ginocchio, di chi è stato male guardando le immagini di Capaci e Via d’Amelio, di chi ricorda la sua infanzia in bianco e nero, di chi la pensa con malinconia, di chi ha subito violenza, di chi riesce a sognare nonostante tutto. Presidente, l’Italia dovrebbe essere così: di tutti e tutte.

Ma restiamo con i piedi per terra e siamo, tristemente, consapevoli che c’è chi si nasconde dietro le sofferenze e le paure degli italiani. Siamo certi che se leggerà queste nostre parole, sarà ancora una volta puntuale nel farsi garante di tutti e tutte noi. Auguri Presidente e Felice 74esima Festa della Repubblica Italiana.