Angri

Tentato omicidio in concorso, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso: sono le ipotesi di reato per le quali sono stati sottoposti a fermo il 36enne A.M. e il 25enne N. L., entrambi di Pagani e già noti alla forze dell'ordine.

Sono stati chiamati in causa dalle indagini della Dda di Salerno e dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale sull'episodio del quale era rimasto vittima lo scorso 25 maggio, ad Angri, un imprenditore. In sella ad una moto di grossa cilindrata, avrebbero inseguito ed affiancato la Fiat 500 X a bordo della quale viaggiava il 42enne D. C. e gli avrebbero esploso contro tre o più colpi d’arma da fuoco, utilizzando una pistola 357 magnum.

La vittima era stata colpita all’avambraccio sinistro, alla spalla sinistra, in prossimità dell’articolazione scapolo-omerale e alla regione posteriore della coscia sinistra. L'imprenditore era riuscito a schiacciare la moto in corsa contro il guardrail, facendo cadere i due attentatori, che feriti,erano fuggiti a piedi. Il malcapitato era stato poi trasferito presso l’Ospedale San Paolo di Napoli, dove era stato sottoposto ad intervento chirurgico e giudicato guaribile in 30 giorni.

Secondo gli inquirenti, il movente del tentato omicidio sarebbe da individuarsi in un tentativo di estorsione - di ingente valore economico - ai danni dell’imprenditore, in un quadro di interessi di matrice camorristica.