Il 29 maggio è una data speciale per molti rugbysti sanniti. E’ certamente il punto più alto, almeno emozionale, degli ultimi dieci anni per chi ha indossato la maglia biancoceleste del Rugby Benevento. Quel girono di quattro anni fa è diventato un simbolo per molti appassionati. Per la prima volta una finale play off di serie B fu trasmessa in tutto il mondo grazie alla diretta di Otto Channel 696 anche attraverso il proprio sito internet. Si collegarono in tanti pronti a soffrire con capitan Petrone e compagni. Dall’Australia agli Stati Uniti, dalle capitali Europee al nord Italia, tutti uniti per tifare Rugby Benevento.
La squadra dell’allenatore-giocatore Alessandro Valente era arrivata con merito a quella finale dominando il girone sud. A Rubano, sul campo della sua avversaria per l’accesso in serie A, era arrivata una sconfitta immeritata figlia soprattutto dei piazzati di un giovane estremo veneto. Ma la meta segnata da Valente ad inizio match era comunque una grande dose di entusiasmo in vista del ritorno. Serviva una vittoria con otto punti di scarto. Serviva una grande impresa.
La settimana fu perfetta. I migliori rugbysti sanniti, quelli che giocavano nelle Fiamme Oro e nelle Zebre come Canna, si allenarono con la squadra mostrando, ancora una volta, quanto fosse immenso il proprio amore per questa terra. Tutti insieme verso un sogno che la domenica divenne realtà grazie ad una meta di Passariello e ai perfetti calci di Andrea Fragnito, eroe quasi inatteso di una domenica bestiale. Il fischio finale non fu una liberazione, ma l’inizio di 24 mesi eccezionali. Perché quella squadra, all’epoca targata Ottopagine, si regalò due tornei in serie A con vittorie importanti e salvezze raggiunte già a gennaio.
In quella squadra, proprio nel finale di stagione, Valente ebbe il coraggio di far esordire anche un ragazzo di 17 anni che giocò la sua ultima partita in biancoceleste. Era Giovanni D’Onofrio che con la maglia delle Fiamme Oro ha poi stregato molti addetti ai lavori del rugby italiano e ora sogna l’azzurro più bello, quello che già indossa con continuità Carlo Canna. In quella vittoria ci sono tante storie nella storia, tutte sarebbero da raccontare, e chissà magari un giorno lo faremo. Intanto vi proponiamo l’articolo di quel giorno e la foto usata per questo ricordo è quella più bella, dove la squadra biancoceleste festeggia un traguardo a cui solo quel gruppo credeva da inizio stagione tra lo scetticismo generale. Buon 29 maggio a tutti i protagonisti di quella bella impresa.
Ottopagine Benevento, la serie A è un sogno diventato realtà
Rubano battuto al Pacevecchia, i sanniti si regalano il salto di categoria con un grande pubblico
Una gioia immensa dopo una stagione di sofferenza. Una conquista insperata, giunta dopo un lungo lavoro e grazie alla compattezza di un gruppo che è diventato una famiglia. Ottopagine Rugby Benevento torna in serie A, lo fa dalla porta principale battendo nella finale di ritorno l’ostico Rubano per 19 a 3. Una vittoria senza macchia, limpida e figlia del coraggio di una squadra che ha giocato a viso aperto entrambi i match senza concedere nemmeno una meta. Il 15 a 7 dell’andata era pesante ma non impossibile da ribaltare. “Al Pacevecchia non si passa”, lo insegna la storia che ha fatto nuovamente capolino sullo stadio sannita per ricordare che quel rettangolo di gioco è stato raramente terra di conquista. Il Rubano ha provato a tenere a freno la voglia di vittoria degli uomini di Valente ma senza mai riuscirci. Al primo calcio realizzato da Andrea Fragnito ha risposto Colleselli con un drop che è pura poesia. Un colpo geniale che poteva tramortire l’avversario, ma così non è stato. I biancocelesti hanno doti nascoste che sono venute fuori nella ripresa. La meta di Passariello con la linea degli avanti che ha fatto un grande lavoro ha dato il via alla riscossa. La trasformazione di Fragnito ha completato l’opera di intimidazione verso l’avversario che si è ritrovato sotto 10 a 3. Mancava un punto, un solo punticino per volare in serie A. Serviva la giocata del campione ed ecco che a sfoderarla è stato ancora il numero 10. Ancora un drop, proprio come Colleselli. Anzi, meglio, perché il ragazzo con la maglia biancoceleste sembrava addirittura Carlo Canna. Tre punti che hanno demolito le certezze del Rubano che negli ultimi dieci minuti è stato punito da altri due piazzati realizzati dal piedino fatato di Fragnito. Gli ultimi minuti sono stati gestiti con la maturità di una grande squadra, praticamente senza soffrire in attesa del fischio finale. Quello che ha spedito la truppa biancoceleste in serie A e dato il via ad una festa che durerà per tanti giorni