Aversa

Covid19. In tutto il mondo oramai questa parola e' legata a una pandemia e di certo a eventi non positivi. Nel Casertano, invece, un imprenditore che nel 2007 era stato costretto a chiudere il suo calzaturificio per mancanza di produzione, ha voluto che Covid19 fosse una parola connotata di positivita'. Pasquale Pisano, 52 anni di Aversa, durante il periodo forzato di lockdown ha pensato che il nome di un virus ormai molto conosciuto potesse diventare anche qualcosa di costruttivo. "Fino al 2007 avevo una fabbrica che produceva scarpe militari - spiega all'AGI l'imprenditore - poi abbiamo chiuso. Durante questa pandemia, stando a casa, leggendo di tante persone che hanno perso il lavoro, dell'economia in difficolta', ho capito che forse mi ero arreso troppo presto, ero andato in 'pensione' troppo presto. Allora mi sono detto, perche' non provarci proprio ora, nel momento in cui si ha bisogno di posti di lavoro per dare speranza? E l'ho fatto". Quanto alla decisione di chiamare la sua azienda 'Covid19 Srl', Pisano e' netto: "Voglio che questo termine non sia legato solo alla pandemia, ma anche alla speranza. La speranza che daro' a 20 persone che assumero' entro fine mese. Sara' l'amuleto mio e di altre 20 famiglie". Dalla pandemia, dunque, al calzaturificio che ad Aversa produrra' l'intera scarpa, suole e tomaie comprese, in pelle e rigorosamente tutto made in Italy. "Inizieremo con una produzione di 300 paia di scarpe civili e poi ritorneremo anche a quelle militari", spiega l'imprenditore che insieme al figlio Giacomo si e' recato dal notaio persino prima che la quarantena italiana fosse conclusa. "Ho registrato gia' la societa' e una dozzina di domini internet - racconta Pisano - e tra poco avremo tutte le altre certificazioni e i permessi. In questo modo saremo del tutto operativi gia' da luglio. Il Covid19 sara' per sempre ricordato con paura, per i morti, i giorni dell'angoscia, ma per me e altre 20 famiglie sara' anche speranza e lavoro".