E' rimasto in silenzio dinanzi al gip Maria Di Carlo, Antonio Libardi, il 59enne di Sant'Agata de' Goti, titolare di un impianto di autodemolizione, ritenuto il responsabile del ferimento del figlio Giuseppe, 26 anni, centrato ad una spalla da un colpo di pistola calibro 38, per fortuna senza gravi conseguenze.
Collegato da remoto dal carcere di contrada Capodimonte, dove la Procura ha chiesto che resti, l'indagato, difeso dagli avvocati Danilo Riccio e Osvaldo Piccoli, si è dunque avvalso della facoltà di non rispondere, lasciando agli atti solo le dichiarazioni rilasciate quando era stato fermato e sottoposto allo stub dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio, ai quali aveva raccontato di aver fatto fuoco perchè temeva che i ladri stessero rubando nel suo capannone. Un deposito nel quale c'era invece il figlio.
Una ricostruzione incrociata con quella resa dalla vittima, che aveva dato l'allarme al 112, e di altri familiari, vagliata anche attraverso le immagini di una telecamera che lo riprendono sotto un porticato, mentre cammina.La difesa ha proposto i domiciliari per il 59enne, nelle prossime ore la decisione del giudice. È arrivata: custodia in carcere.