Ariano Irpino

In esclusiva su Ottopagine la verità sulla festa di compleanno tirata in ballo dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca definita illegale.

Dopo le accuse non ce l'ha fatta a restare in silenzio il papà del bimbo di un anno che ha spento la sua prima candelina il 29 febbraio scorso inconsapevole di un terremoto che si sarebbe scatenato in poco tempo. Il racconto, chiaro e documentato, smentisce ogni informazione in possesso di De Luca. "Il primo dato riguarda gli invitati, non erano affatto una 70ina ma circa 45, come pure i nuclei familiari uno solo proveniente da Ariano e qualche amico. Era presente il medico e non la moglie.

Una festa lecita, dove nulla era vietato in quei giorni. Quando è avvenuto il primo contagio in ospedale, ci siamo noi stessi immediatamente autoisolati, in quarantena volontaria tutti, altro che gente in giro a zonzo.

Abbiamo attivato ogni canale necessario, quasi prevedendo ciò che potesse accadere contro di noi. Abbiamo comunicato la lista degli invitati, abbiamo interpellato Asl e medici di base, ci siamo rivolti al servizio epidemiologico. Non ci ha risposto nessuno. E ogni cosa è documentata.

Siamo stati solo definiti degli untori. Abbiamo rispettato regole e norme. Abbiamo pianto e sofferto e oggi nel giorno del mio compleanno, ancora di più nel sentire le parole di un presidente. Ma ora basta, è giunto il momento di tutelare e salvaguardare l'onore della mia famiglia. Ciò che chiediamo adesso è una tutela morale. Siamo persone umili e oneste. Una famiglia integerrima. Mio padre e lo possono testimoniare tutti, un modello di impiegato.

 E' giusto che l'opinione pubblica ora sappia pubblicamente attraverso voi che avete seguito con attenzione ogni passaggio di questa emergenza, la realtà dei fatti.