Questo pomeriggio (15 giugno) la direzione provinciale del Partito Democratico in via Tagliamento. In mattinata, invece, la conferenza stampa, fissata per le 11, di Nadia Arace, che annuncerà la scelta di andare con il movimento politico di Pippo Civati, “È possibile”, che si colloca a sinistra del Pd.
Nello stesso giorno, un incrocio di appuntamenti dallo stesso versante, probabilmente voluto e non casuale da parte della consigliera di maggioranza, intenzionata a restare al suo posto nei banchi dell’assise comunale ma, allo stesso tempo, a lasciare definitivamente il partito che l’ha accompagnata alle elezioni amministrative nel 2013.
Una decisione maturata con il trascorrere dei mesi delle gestione Foti, a Palazzo di Città, e di quella De Blasio, alla segreteria provinciale del Pd. Due modi di intendere, rispettivamente, l’amministrazione dell’ente locale e la politica sul territorio che Arace non ha quasi mai apprezzato. Senza, peraltro, farne mistero. Diversi sono stati, infatti, i contrasti registrati sia con il sindaco che con il segretario dei democratici. Da qui una decisione, netta da una parte e che la vede ancora alla finestra, anche per rispetto del mandato elettorale, dall’altra.
Più complesso il discorso all’interno del Pd. Oggi si apre ufficialmente una riflessione organica sui risultati ottenuti alle elezioni regionali. Dati in linea con il resto del Paese e della Campania ma in netto ribasso, in Irpinia come altrove. A questa discesa e all’incapacità di portare addirittura alle urne i cittadini, delle risposte il partito di maggioranza relativo della nostra provincia deve cominciare a darsele. O, quanto meno, a ricercarle nell’ambito di un ragionamento più articolato che parta dall’ultima assemblea provinciale, quella che ha sancito la rottura con la minoranza sulle candidature alle regionali.
Da lì d’obbligo il passaggio sulle preferenze personali ottenute da Francesco Todisco (De Luca presidente), che quella decisione l’ha subita, e da Gianluca Festa (Davvero-Verdi), il secondo più votato in città, che solo per aver espresso la sua opinione sui percorsi intrapresi da amministrazione comunale e Pd locale si è trovato espulso dal partito. Un provvedimento che, però, resterebbe circoscritto solo all’ambito irpino.
Ma è soprattutto sull’azione da mettere in campo in un momento così difficile per la nostra società che il Pd di via Tagliamento dovrà interrogarsi. Anche per cercare di comprendere gli errori fatti e porvi rimedio. Una decisione, comunque, per correggere la rotta va presa. Proprio come Nadia Arace.
Alessandro Calabrese