Avellino

Fca, filiera dell'automotive in crisi: sos al Governo. Si è tenuto ieri l’incontro tra Fca rappresentato da Pietro Gorlier e le organizzazioni sindacali, nel corso del quale la dirigenza ha confermato tutti gli investimenti in Italia da 5 Mrl di €uro. "Un incontro positivo, ora il Governo incentivi e sostenga la filiera dell’automotive”. Spiegano i referenti sindacali.

Il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici Antonio Spera ha preso parte all’incontro in video call.

“Uno schema industriale che Fca attuerà in Italia a fronte della pandemia con il prestito chiesto dal Lingotto a Banca Intesa e Sace, società del Gruppo Cassa depositi e prestiti, dove è previsto dal decreto Rilancio, precisandone che trattasi solo di investimenti a prestito da restituire: servirà – spiega Spera - soprattutto per fare fronte ai pagamenti dei circa 5.500 fornitori che rappresentano il 40% della filiera dell’automotive del nostro paese e che comprende circa 300.000 persone. Non possiamo come Ugl metalmeccanici esprimere la nostra amarezza per la scelta del Governo che non ha previsto all’interno del decreto un piano per il rinnovo del parco circolante bensì, bonus per acquisto monopattini e bici. Chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, -aggiunge Spera – che elargisca liquidità al sistema auto italiano poiché in bilico potrebbe essere il futuro occupazionale di migliaia di dipendenti metalmeccanici. La fusione Fca e Psa va avanti, sarà completata nei tempi previsti, prima della fine del primo trimestre del 2021 ma l’Italia deve essere da garante: il Governo francese si starebbe organizzando a tutela della sua nazione vedendo una ghiotta occasione per potenziare la sua filiera produttiva nazionale dettando ai costruttori regole ben precise. Per avere il sostegno economico pubblico, i costruttori transalpini di cui lo Stato francese è anche fra i principali azionisti, dovranno impegnarsi a rilocalizzare il più possibile i loro stabilimenti di assemblaggio in Francia.  Fca Auto lavora per la nostra Nazione, si prende un prestito da 6 miliardi e tre da Banca Intesa con la garanzia dello Stato. Questi imprenditori – conclude Spera -  fanno gli europeisti, prendono i soldi e danno lavoro a migliaia di famiglie e alle industrie dell’indotto: ora basta ipocrisie da parte dello Stato italiano, si assuma la responsabilità di proteggere i lavoratori e le industrie”.