Puntuale, come ogni polemica sterile, riecco l’attacco del quotidiano “Times” verso l’Italrugby con le parole di Stuart Barnes, nazionale inglese negli anni ’80. “Continuare a tenere l’Italia nel Sei Nazioni è un beneficio solo per gli uomini che pensano ai soldi” ha attaccato Barnes che vorrebbe un torneo B dove gli azzurri dovrebbero affrontare nazionali come Georgia, Germania, Spagna, che l’Italia ha regolarmente battuto negli ultimi incroci.

“Un meccanismo che non solo obbligherebbe l’Italia a fare i conti con certezze che ha dimostrato di non meritare – sottolinea Stuart Barnes – ma offrirebbe l’opportunità di allargare i propri orizzonti a paesi che oggi non possono sperare altro che incontrarsi tra loro. E a beneficiarne sarebbe il gioco, che ha un disperato bisogno di allargare i confini del proprio mercato”.

Barnes dimentica che il Sei Nazioni è una grande organizzazione dove ci sono anche il torneo femminile e quello under 20. I risultati della squadra maschile lasciano a desiderare questo è vero, ma il successo di pubblico e l’invasione festosa che i tifosi ospiti organizzano ogni anno nella capitale italiana non sono temi da sottovalutare. Il gioco dell’Italia non sarà mai uguale a quello inglese, il divario è evidente, ma le dichiarazione di Barnes sembrano comunque un po’ eccessive.