Solofra

150 aziende e 2.000 addetti, un fatturato annuo di 500 milioni di euro, di cui oltre il 75% destinato all’export.

Aziende che nella filiera internazionale dell’area pelle sono sinonimo di garanzia e qualità. Infatti, operano con successo sul mercato nazionale, europeo, dell’Estremo Oriente e degli Stati Uniti, rifornendo i più importanti brand internazionali del fashion.

Aziende penalizzate, come tutti, dall’impatto negativo del Covid-19, che porterà a fine anno a una perdita di fatturato stimata tra il 40-50%, ma che si sono trovate in questi giorni anche a subire attacchi destituiti da ogni fondamento circa la loro presunta responsabilità nell’inquinamento del fiume Sarno, da parte di forze politiche evidentemente non a conoscenza della realtà dei territori.

Lo stato degradato del fiume Sarno non è una novità, ma un problema ben conosciuto da decenni, tanto è vero che è stato oggetto di diverse inchieste parlamentari, seppur mai risolto.

Le concerie sono le prime a volere che sia trovata una soluzione definitiva a questo problema per motivi sia di responsabilità ambientale, sia etici ed economici, essendo esse, come ancora in questa occasione, ripetutamente, superficialmente e ingiustamente additate come “capro espiatorio” di una situazione che non dipende affatto dall’industria conciaria ed è causata esclusivamente dall’inadeguatezza delle reti fognarie civili e dalla mancanza di collettori e depuratori a valle del polo conciario.

La verità è che oggi il distretto solofrano, lungi dall’essere la causa del problema, è una delle poche realtà locali che dispone di un complesso depurativo, peraltro caratterizzato da un doppio passaggio in impianti di trattamento che si integrano tra loro, ossia quello di Solofra e quello di Mercato S. Severino, il che, dal punto di vista ambientale, rappresenta una condizione di maggior tutela.

I conciatori del distretto, stanchi di subire attacchi sconsiderati, per il tramite della loro associazione nazionale Unic – Concerie Italiane, hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente e alla Presidenza della Regione Campania, nonché a tutte le altre autorità preposte, di accelerare e incrementare i controlli volti a reprimere le condotte illecite che nulla hanno a che vedere con l’attività conciaria. Al riguardo, le aziende del distretto conciario, fin da ora, daranno la massima collaborazione affinché i controlli siano precisi e severi al fine di fugare ogni dubbio sulla propria assenza di responsabilità.