Confesercenti Campania, in linea con il pensiero di Confesercenti Nazionale, critica aspramente la forma e i contenuti delle bozze del Decreto Rilancio (il cui via libera è vicino), specie con riferimento alla drammatica situazione dell’economia della regione Campania.
«Questo decreto non consentirà ai nostri associati di andare avanti – esordisce Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania e Molise – anche perché amplifica e peggiora la burocrazia e non arrivano in concreto i sostegni economici promessi. Il mondo del turismo è stato quasi del tutto dimenticato: il Governo aveva paventato milioni di euro di contributi per le imprese di questo settore, e invece ciò non è avvenuto e in Campania migliaia di aziende operano nel turismo. Non avvertivamo proprio la necessità di un decreto che peggiorerebbe non solo la questione economica delle imprese ma anche lo stato psicologico degli imprenditori. Spero si ponga rimedio in extremis».
Con riferimento specifico alla Campania Schiavo sottolinea: «La Campania è una delle regioni che ha maggiormente ha la necessità di avere risposte certe e concrete, l’economia del nostro territorio è in ginocchio. Non possiamo continuare a tenere bloccate le attività, sia il Governo nazionale che quello regionale devono comprendere che tutta l’economia della Campania in questo momento deve essere considerata come una start up perché tutti ripartono da zero, non potendo nessuno partire con un vantaggio di fatturato, di nome o di know-how consolidato nel tempo. Il distanziamento sociale obbliga le imprese a dover ripartire con una perdita del 70%. Senza un sostegno reale e concreto dei governi, il rischio è che più del 50% delle imprese campane non apriranno più, mettendo in vendita le loro attività, con la terribile conseguenza di trovarci dentro la nostra economia sistemi inquinati e inquinanti che non farebbero altro che “sporcare” ulteriormente l’economia in Campania e al Sud».
Le dichiarazioni di Schiavo sono ovviamente inlinea con quelle della Presidente Nazionale di Confesercenti Patrizia De Luise. «Abbiamo atteso a lungo per un testo che, purtroppo, si preannuncia deludente: molta burocrazia – ha detto la De Luise - ma pochi interventi a favore delle PMI, e praticamente nulla per il turismo. Anche l’indennizzo a fondo perduto è da rifare, perché così esclude le attività minori. E il credito di imposta per gli affitti non aiuta chi non ha avuto la liquidità per pagare. Una vera e propria beffa, poi, che rimanga ancora da pagare l’acconto di Irpef ed Ires di giugno. L’auspicio è che il testo in arrivo sul tavolo del CDM corregga le troppe inconsistenze delle bozze circolanti». La De Luise inoltre precisa: «Così la ripartenza sarà dura, le imprese hanno voglia di riprendere l’attività, ma così sarà una corsa ad ostacoli, alcuni dei quali aggiunti – anziché eliminati – dal DL Rilancio. È quanto accade con gli indennizzi a fondo perduto, con i tanti, troppi limiti imposti per accedere al beneficio che penalizzano le imprese di minori dimensioni e anche vista l’assenza di un intervento di ‘velocizzazione’ della cassaintegrazione in deroga, ancora non arrivata a troppi. Se non correggiamo al più presto il tiro, è il de profundis per le piccole imprese. Così non riusciremo a salvare tutti: un’attività su quattro rischia di non riaprire più».