Avella

Era dal 1681, anno in cui ebbe inizio il suo graduale e progressivo decadimento, che il Castello di Avella non vedeva al suo interno così tante persone. Sarà stato probabilmente per via del fantasma, la trovata pubblicitaria escogitata dagli organizzatori della kermesse "Assalto al Castello". Sta di fatto che l'evento rievocativo, andato in scena nella serata di ieri, ha funzionato e come, richiamando nel comune mandamentale migliaia di visitatori provenienti sia dall'Irpinia che dal vicino hinterland nolano. 

L’assalto alle mura del Castello longobardo attraverso una rievocazione storica curata dalla “Compagnia della Rosa e della Spada” è stato un vero e proprio spettacolo. Un evento al quale hanno lavorato, in stretta sinergia, la testa giornalistica locale Bassa Irpinia, la Fondazione Avella Città D’arte, e la stessa amministrazione comunale che ha creduto nell’idea di valorizzazione e promozione del sito storico. La macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione, tutti entusiasti per l’iniziativa. E ciò malgrado la bella 'scarpetta' di quasi due chilometri, tutti in pendenza, che bisognava fare per giungere al Castello. La salita non ha spaventato però i visitatori, tra l'altro tantissimi avellani, soprattutto giovani, i quali, nonostante la residenza, non conoscevano il sito, che solo ora, dopo anni di abbandono (vi pascolavano le pecore) l'amministrazione comunale e le associazioni stanno provando a valorizzare con interventi materieli ed immateriali.

Quella di ieri è stata infatti l'occasione per ammirare i restauri avviati dal Comune a valere sulle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea: il restilyng della Cavallerizza, l'illuminazione delle mura, la sistemazione delle corti. Certo, qualche accorgimento in vista della seconda edizione dovrà essere apportato. Soprattutto per quel che concerne la viabilità. La scarsa segnaletica ha creato non pochi problemi a quanti, terminata la visita al Castello, dovevano far ritorno alle proprie dimore. Chi scrive, ad esempio, nel tentativo di tornare ad Avella, si è ritrovato in mezzo alle campagne ed è riuscito ad imbeccare la via di casa solo dopo essere giunto a Roccarainola. 

La rievocazione. E' iniziata sul calar della sera. Due gruppi di rievocatori si sono sfidati a colpi di spada. Mentre il primo assaltava il Castello, il secondo difendeva la rocca tirando con l'arco. Poi, il contatto ed i combattimento corpo a corpo sotto il bastione fino alla resa e all'ingresso nell'avamposto di epoca longobarda. Il popolo dei visitatori ha assistito da vicino alla lotta per la conquista del Castello, applaudendo con convinzione tutte le fase dell'assalto. Poi, ecco la "Vita al Castello": l'accampamento, le donne a curar la prole, gli angoli del fabbro e dell'artigiano, i musici (si è esibito il gruppo celtico S.Patrick) e le danze folkloristiche. La gente ha ballato con i figuranti, ricreando quell'atmosfera unica di stampo medioevale. E, considerata l'ora tarda, uno stand anche per chi volesse rifoccillarsi. Anche qui un'amabile sorpresa: non la classica 'bancarella' del panino con la porchetta, bensì figuranti in costume che offrivano ai visitatori pane caldo su cui spalmare crema di caciocavallo impiccato farcito con salsa alle olive. L'essenza della gastronomia contadina di un tempo che fu. E, dulcis in fundo, i fuochi d'artificio che hanno reso ancor più coinvolgente lo scenario dell'Assalto al Castello.

 

Rocco Fatibene