Benevento

Il manto erboso è perfetto. Si sente l’odore del prato appena tagliato. Proprio come se da un momento all’altro quel rettangolo verde dovesse diventare il palcoscenico di tante partite di minirugby.

Domenica 3 maggio era il giorno scelto dall’IVPC Rugby Benevento per l’edizione 2020 del Torneo. Sarebbe stata la XXXVII edizione. Era tutto pronto, anche la locandina per pubblicizzare quello che a Pacevecchia è per tutti l’evento dell’anno. Il più atteso, divertente, faticoso ma soprattutto coinvolgente. Un torneo che non ci sarà. L’emergenza ha bloccato tutto. Lo sport è andato in quarantena e per molte società la luce in fondo al tunnel per ora ancora non si vede.

La competizione dedicata ai piccoli rugbysti fu ideata nel 1983 dal Professore Renzo Catillo. Col passare degli anni la kermesse è cresciuta diventando un punto di riferimento per le società italiane. Tante anche le compagini straniere arrivate a Benevento nel corso dei quattro decenni.

Il momento più atteso era quello delle finali, quando tutti i partecipanti attendevano il riconoscimento all’interno del rettangolo verde del Pacevecchia. Era il momento del saluto con gli avversari. Quello degli scambi dei cappellini, degli abbracci e anche di qualche lacrima. Ne son nate di amicizie durante quelle giornate. Altrettante le rivalità, perché spesso i protagonisti si sarebbero incontrati nuovamente nelle categorie superiori e qualcuno anche nella massima serie.

Oggi al Pacevecchia regna il silenzio. Il prato, lo ripetiamo, è praticamente perfetto, ma il rumore delle scarpe tacchettate che si apprestano a entrare in campo sono solo un lontano ricordo. A volte una breve illusione che ci riporta però alla triste realtà di una giornata che doveva essere di festa e invece vive solo nei ricordi di chi ha reso speciale questa manifestazione.