Il governatore De Luca ci ripensa sull'asporto: via libera per ristoranti e pizzerie. La decisione è stata assunta su sollecitazione di un gruppo di consiglieri regionali a lui vicini e dovrebbe concretizzarsi a breve, con una nuova ordinanza, l'ennesima, che ribalta il quadro in vista della riapertura e della cosiddetta fase due.

L'ordinanza accoglie soltanto una parte delle proteste, certamente quella maggiormente rumorosa, che chiedeva la possibilità di riprendere le attività prima dell'orizzonte fissato dal governo nazionale per il 18 maggio prossimo. 

Palazzo Santa Lucia punta al cuore della piccola imprenditorialità campana, in larga misura costituita proprio da pizzerie e ristoranti. L'asporto darà modo di riallacciare il rapporto interrotto con i propri clienti ma anche di predisporre e quindi affinare i sistemi di sicurezza per garantire la distanza sociale tra i clienti.

La decisione a conclusione dell'incontro con la task force e i rappresentanti delle Camere di Commercio della Campania. Presenti Ciro Fiola (Napoli), Andrea Prete (Salerno), Tommaso de Simone (Caserta), Oreste La Stella (Avellino), Antonio Campese (Benevento).

Precise le condizioni per gestire il servizio che viene svolto sulla base di prenotazioni telefoniche o online.

Il banco vendita sarò posto all'ingresso dell'esercizio commerciale e i gestori sono "responsabili del distanziamento sociale e anche di quello di eventuali riders per il delivery".

E', inoltre, "assolutamente obbligatorio l'uso da parte del personale di mascherine e guanti" e il mancato rispetto delle norme comporterà la chiusura per una settimana del locale.

"E' un atto di fiducia sul senso di responsabilità di tutti. Rimane l'obbligo per ognuno di contribuire alla non diffusione dell'epidemia. Si farà alla fine della prossima settimana una verifica. Eventuali comportamenti errati porterebbero alla revoca di queste decisioni", ha detto il governatore De Luca.

Resta, per il momento, inascoltata l'altra voce di protesta che si è pure levata forte e chiara: quella delle migliaia e migliaia di imprenditori addetti alla cura personale, conme parrucchieri, barbieri e centri estetici.