Atripalda

Il “faccia a faccia” è durato quasi tre ore, tante erano le questioni in sospeso da affrontare: il sindaco Spagnuolo ed il comandante Salsano da un lato e sette Vigili urbani (Giannetta, Picone, D’Agostino, Polcaro, Luongo, De Pascale e Masucci) dall’altro ne avevano di cose da dirsi e, in qualche passaggio, lo hanno fatto in maniera anche piuttosto dura. Alla fine sembra, comunque, che ognuno sia sostanzialmente rimasto della propria idea e, forse, l’unico passo avanti fatto è quello nella direzione di una maggiore collaborazione reciproca.

Tutto è cominciato sei mesi fa quando il sindaco Spagnuolo, con un provvedimento figlio dell’atteggiamento ritenuto troppo da “burocrate” del tenente Giannetta, lo rimuove dall’incarico di comandante della Polizia municipale. E i Vigili non ci stanno. Scrivono una lunga lettera inviata anche alla Procura con la quale, stringendosi intorno al loro ex comandante, sollevano una serie di dubbi sul demansionamento facendo credere che le vere ragioni siano altrove ed inconfessabili. Ed è in questa fase che uno degli agenti viene anche querelato dal sindaco per un commento pubblicato su Facebook ritenuto diffamatorio. Da quel momento in poi fra il primo cittadino ed i Vigili si apre una “guerra fredda”, culminata nel mese di aprile scorso nell’arrivo del nuovo comandante, un ex maresciallo dei carabinieri in congedo, che si attribuisce i gradi di capitano e prende in mano le redini del Corpo per un anno a rimborso spese documentate fino ad un massimo di 1.200 euro mensili. E dopo qualche giorno si apre la partita dello straordinario elettorale che, a differenza delle precedenti occasioni, ai Vigili viene ridotto di due terzi perché ritenuto più che sufficiente a coprire i servizi a cui sono chiamati gli agenti, i quali, però, rifiutano in blocco. E poi arriva il paradosso della determina con cui il 28 maggio scorso sono state autorizzate 40 ore di straordinario elettorale ciascuno per tre Vigili da prestare entro il 31 maggio, in ogni caso rifiutate. E questo è solo l’ultimo, forse, di una serie di piccoli e grandi screzi che in sei mesi hanno portato lentamente i Vigili urbani quasi a diventare un corpo estraneo rispetto al Comune.

Il chiarimento pare non abbia cambiato lo stato delle cose. Il sindaco Spagnuolo ed il comandante Salsano hanno escluso che dietro alcune decisioni, come quelle del demansionamento di Giannetta o dello straordinario elettorale, vi fossero vendette da consumare. Gli agenti hanno ribadito che da un po’ di tempo a questa parte non si sentono tutelati dall’Amministrazione, arrivando al punto che il burattinaio “fuori legge” al quale è stato impedito di infrangere le regole è passato per vittima ed il tenente Giannetta che lo ha evitato è stato definito pubblicamente “mela marcia” senza che nessuno abbia mosso un dito.

Gianluca Roccasecca