Positiva al primo test rapido al Coronavirus, poi anche al secondo e la lunga attesa per poter essere sottoposta al tampone. A Rione Parco, Raffaella Golia, resta confinata in casa, per diretta disposizione del sindaco Gianluca Festa, in attesa di conoscere l'esito del tampone, che le è stato fatto solo ieri dopo una attesa lunga settimane.
"Sono indignata. E' stata l'esperienza più dolorosa e difficile della mia vita. Vivo in un rione popolare confinata nella mia casa. Non posso uscire come gli altri per piccole commissioni, per portare a spasso il cane. Una vita da reclusa con l'ansia che mi assale, perchè ad oggi ancora non ho avuto conferma ufficiale di una eventuale positività al Covid-19".
Un vero e proprio incubo quello vissuto da Raffaella Golia, suo marito e i suoi due figli. "Per effettuare il secondo test a Campo Genova ci hanno scortati agenti municipali a bordo di una volante - racconta -. Ci siamo sentiti come dei criminali, come degli untori, Ma mi rendo conto che questa è la procedura e va rispettata. Ma la mia rabbia è esplosa quando sono arrivati gli operatori del 118, dopo diversi solleciti, per fare il tampone. Sono stata chiamata e invitata a scendere nel portone. Una procedura che non credo risponda a criteri di contenimento del rischio contagio, visto che io, secondo l'ordinanza del sindaco, non posso uscire di casa. Ma il secondo punto che mi indigna è il seguente: quando faranno i tamponi a tutta la mia famiglia?". Quello di Raffaella Golia in città è diventato un vero e proprio caso. La signora inoltre racconta di non essere stata chiamata da nessun assitente sociale per essere aiutata con eventuali richieste di servizi a supporto, piuttosto che sussidi.