La Federazione Italiana Nuoto non resta a guardare. Dopo i 4 milioni di euro stanziati per aiutare le società a fronteggiare l'emergenza coronavirus, ecco la novità della commissione tecnico-scientifica pr favorire e velocizare le riaperture delle strutture che rischiano seriamente di dover dichiarare fallimento. 

La commissione tecnico-scientifica istituita dal presidente della Federnuoto Paolo Barelli ha redatto un compendio di linee guida per favorire la riapertura in piena sicurezza degli impianti dotati di piscine e palestre e fornire un fattivo contributo alle autorità competenti nell'individuazione delle modalità di ripresa per la fase 2 delle attività nei centri sportivi dove si praticano le discipline acquatiche.
Il compendio "Emergenza Covid-19. Misure di sicurezza da adottare negli impianti sportivi dotati di piscina e palestra per la fase 2" è stato redatto - con la supervisione della presidenza - dai professori Marco Bonifazi, Roberto Del Bianco, Giovanni Melchiorri, dai dottori Antonio De Pascale e Lorenzo Marugo e dal geometra Maurizio Colaiacomo, in rappresentanza della Federazione Italiana Nuoto, e dai professori Massimo Andreoni, Giovanni Di Pierri, Francesco Landi ed Emanuele Montomoli quali esperti esterni.
Il documento parte dal presupposto che le "attività motorie e sportive in tutte le sue forme sono presupposto indispensabile per la buona salute di una popolazione di qualsiasi classe sociale e per la formazione e la crescita socioculturale di bambini e ragazzi", che "tale attività è praticata all'interno di impianti sportivi" i quali "nella maggioranza dei casi sono dotati di piscina e palestra. Quest'ultima è necessaria per l'addestramento e l'allenamento sia degli utenti che la frequentano sia per la preparazione degli atleti agonisti. L'attività natatoria, che è il compito principale della Federazione Italiana Nuoto, ne è parte determinante per i suoi risvolti sociali e sanitari e per l'immagine positiva del 'made in Italy', garantita dai successi sportivi dei suoi atleti". "Le piscine" pertanto "non sono 'soltanto impianti sportivi' ma anche presìdi per la sicurezza individuale, collettiva e sociale". "La riapertura degli impianti sportivi è quindi una impellente necessità, anche considerando i drammatici effetti economici che una chiusura ancora più prolungata avrebbe sulla gestione degli stessi e delle piscine in particolare, molte delle quali si avvierebbero a una chiusura definitiva, con conseguenze facilmente comprensibili sugli effetti positivi appena sottolineati in precedenza. La normativa vigente sulla sicurezza igienico-sanitaria delle piscine è fin qui soddisfacente. Ma l'attuale sopravvenienza dell'emergenza della Covid-19, pure considerando che la presenza del cloro in acqua 'attenua' se non impedisce uno specifico contagio, consiglia ulteriori norme che rendano ancora più sicure le piscine e i luoghi attinenti e il loro utilizzo, e quindi il lavoro del personale addetto e di assistenza e la pratica sportiva degli utenti".