Ariano Irpino

"Da due giorni i dati restituiscono ancora casi positivi ad Ariano (due ieri, quattro oggi), ma nel comunicato si legge (per entrambi i casi di ieri e per due di oggi) che si tratta di “casi secondari, in quanto contatti stretti di un caso già risultato positivo”. Qualcuno può spiegarci che significa, e se significa quel che capiamo noi, perché la positività di un parente di un soggetto già risultato positivo dovrebbe distinguersi da una positività “normale”, quasi come se si trattasse di una positività di serie B?" E' quanto afferma Marcello Luparella avvocato arianese.

"Quello che appare certo è che solo adesso, a seguito probabilmente della disponibilità del laboratorio Biogem, si stanno “tamponando” gli stretti congiunti dei malati (e perfino dei defunti). Ciò è abbastanza grave, soprattutto alla vigilia della preannunciata fase 2 (alla quale probabilmente non siamo pronti) e conferma:

1) che la tanto sbandierata “zona rossa” non è servita a niente, se non a far pazziare la Protezione Civile con quegli inutili droni.

2) che ormai il contagio più rilevante è quello che si verifica all’interno dei nuclei familiari, e non nei supermercati o in mezzo alla strada.

Per questi contagi, e per contenerne gli effetti potenzialmente pericolosi, sarebbe bastato (e forse basta ancora) un serio monitoraggio, che rende ormai improcrastinabili i tanto sospirati tamponi (o almeno i test) a tappeto. Altrimenti continueremo a prenderci per i fondelli, e a contare inutilmente le macchine che vanno in giro, con o senza autocertificazione."