La corsa di Vincenzo Mangiacapre verso Tokyo resta viva. Nonostante l’estromissione al primo turno dal torneo di qualificazione europea a Londra per mano dell’israeliano Miroslav Kapuler, il sogno resta vivo. Il campione di Marcianise ci riproverà il prossimo anno quando l’emergenza coronavirus lascerà spazio nuovamente allo sport agonistico.
Intanto i suoi allenamenti continuano. “Ci alleniamo da casa, siamo monitorati attraverso un orologio su cui ci mandano il programma. Il preparatore vede qualsiasi cosa facciamo, quanti battiti abbiamo o quanto dormiamo per recuperare lo sforzo. A Londra c’era tensione e timore, si sapeva che si sarebbe fermato tutto quindi è stato un rischio, una sciocchezza andare in Inghilterra”.
Il suo obiettivo è chiaro. “Tokyo il prossimo anno, adesso è stata fatta la scelta migliore perché nessuno di noi l’avrebbe vissuta tranquillamente. Tutti abbiamo avuto paura”. Per Mangiacapre i Giochi Olimpici sono stati gioie e dolori. “A Londra nel 2012 vinsi un bronzo amarissimo, ero inesperto e ho perso in semifinale. Nessuno si aspettava la mia medaglia, la gioia di chi mi era intorno mi ha fatto accontentare dopo i quarti di finale. Mentre a Rio de Janeiro ero al top della forma sia mentalmente che fisicamente e sono tornato a casa senza perdere per colpa di una ferita. Il mio miglior incontro? I quarti alle Olimpiadi di Londra, ero veloce e lucido contro un avversario eccezionale che dopo quattro anni ha vinto la medaglia d’oro nei 69 kg”.
Mangiacapre fonda le sue fortune pugilistiche sulla bravura nell’evitare i colpi. “Una delle mie migliori qualità è schivare i colpi. Da giovane mi dicevano di alzare le mani, ma ogni volta che lo facevo venivo colpito, invece con la guardia bassa nessuno mi prendeva perché evitavo i colpi”. Schiavando i colpi come lui sa fare Mangiacapre proverà a qualificarsi per la sua terza Olimpiadi, per questo continua ad allenarsi anche in un periodo molto complicato.