Atena Lucana

"Aggrapparsi alla vita è un nostro dovere". Così Michela Di Giore ha affrontato uno dei periodi più bui della sua vita. Insegnate di musica alle scuole medie di Padula, mamma, moglie, ancora figlia e, da oggi, anche ufficialmente guarita dal coronavirus. Una storia surreale, quella di una donna 43enne di Atena Lucana, che si è recata al pronto soccorso dell'ospedale "Luigi Curto" di Polla pensando di avere problemi all'appendice. Non aveva sintomi comuni, niente tosse, problemi respiratori, solo un forte dolore all'addome che fino all'ultimo momento non le ha fatto credere possibile di aver contratto il virus.

"Ho iniziato a stare male, con forti dolori addominali, domenica 22 marzo. Ho contattato il mio medico di base, pensando fosse un'infiammazione e dopo 5 giorni, sotto suo consiglio, mi sono recata al pronto soccorso". Ci racconta Michela, ancora incredula per quello che le è accaduto. "Quando sono arrivata all'ospedale di Polla, mi hanno fatto le analisi del sangue e, inizialmente, ho rifiutato il primo tampone per Covid-19, ero assolutamente convinta di non avere il virus". 

Michela, è stata l'unica in famiglia ad uscire da casa per fare la spesa o andare al bancomat. Non ha avuto contatti con altre persone, se non con chi le ha consegnato la frutta a domicilio, essendo Atena Lucana uno dei comuni in "zona rossa". 

"Ancora non riesco a capire come ho contratto il virus. Quando i sanitari mi hanno fatto il tampone sono tornata a casa. Solo due giorni dopo mi hanno chiamata per dirmi che da lì a 20 minuti, sarei stata ricoverata nel reparto Covid perchè il mio tampone aveva dato esito positivo". 

Una chiamata che ha cambiato la vita di Michela e dalla sua famiglia. "Non riesco a spiegare cosa ho provato in quei minuti. I miei figli piangevano e io e mio marito eravamo nel caos più totale. Anche i miei genitori che abitano con noi. Pensavo solo ad arrivare quanto prima in ospedale, a scappare da loro, avevo paura di averli contagiati". 

Fortunatamente, nessuno della famiglia di Michela è risultato positivo al virus in queste settimane. "In ospedale con i miei stessi sintomi eravano in 12 o 13 persone, Sono stata fortunata, la mia compagna di stanza aveva una polmonite. Successivamente, una volta che il mio corpo aveva sviluppato gli anticorpi al virus, sono stata sottoposta ad altri due tamponi, entrambi risultati negativi e dopo qualche giorno, mi hanno detto che sarei stata dimessa". 

Questa mattina Michela ha lasciato il reparto Covid dopo quasi un mese. Giorni interminabili che, con coraggio, sono stati raccontati dalla paziente nell'unico modo che poteva fare: tramite social e scrivendo, ogni giorno, un pensiero. "Questo periodo mi ha fatto avvicinare alla scrittura, sentivo l'esigenza di parlare e l'unico modo era scrivere. Voglio ringraziare tutti i medici dell'ospedale, tutti i sanitari e gli inferimeri che hanno fatto turni di lavoro interminabili. Sono stati instancabili e sono i veri eroi. In molti parlano male della sanità del sud Italia, ma nessun infermiere o medico dell'ospedale di Polla è risultato positivo al virus. In poco tempo e grazie alle donazioni di cittadini e amministrazioni, sono riusciti a creare un reparto Covid eccezionale". 

Michela, a chi in queste settimane l'ha definita una guerrera, risponde: "Non mi sento speciale, sono stata fortunata. In questo periodo mi sono resa conto di aver visto la morte da vicino e questo ti cambia la vita. Affronto e vedo le cose con occhi diversi. Non bisogna mai mollare e continuare a combattere per la vita".