Positano

C’è un legame forte che unisce il settore dell’accoglienza e dell’ospitalità a Giffoni. Un valore fondamentale che, sin dai primi anni, ha caratterizzato il festival e che, con la naturale evoluzione dell’idea, ha coinvolto diverse realtà ed eccellenze alberghiere campane. Una tra queste è sicuramente l’Hotel San Pietro di Positano, un punto di riferimento per star internazionali come Gregory Peck, i Rockefeller, Peter O'Toole, Tina Turner, Barbra Streisand, François Mitterand, Dustin Hoffman e il re di Giordania. Tanti anche i talenti che Giffoni ha scelto di far soggiornare in questo luogo, tra questi Oliver Stone. Non è un caso quindi che anche la rivista Variety abbia accreditato la struttura tra le più amate dai turisti internazionali.

Oggi Vito e Carlo Cinque rappresentano la terza generazione di imprenditori alla guida di questa eccellenza italiana. Nato nel 1970 - quest’anno celebra i 50 anni dall’inaugurazione - l’albergo a cinque stelle è da sempre amato per la sua posizione dominante nella Costiera Amalfitana, l’accortezza per ogni dettaglio e la sensibilità del suo staff. Sono stati proprio loro a spiegare - durante il talk #GiffoniAUnMetroDaTe, dialogando con il direttore Claudio Gubitosi - come una tra le principali protagoniste della rete turistica regionale stia reagendo a questa emergenza.

“Avremmo dovuto aprire il 3 aprile - hanno spiegato - abbiamo deciso di salvaguardare salute e sicurezza di collaboratori e ospiti. L’anno scorso avevamo 160 collaboratori, al momento ne abbiamo 40 in rotazione settimanale, alcuni si occupano della manutenzione perché la struttura è molto complessa. Alcuni sono lavoratori fissi, altri stagionali, tutti in attesa di sapere quale sarà il loro futuro. Il problema è anche emotivo - continuano - nessuno di noi era pronto ad accettare e metabolizzare una situazione del genere. Cerchiamo di stare vicini al nostro staff, sappiamo che riusciremo a superare questa crisi ma la frustrazione nasce dalla mancanza di risposte, dal non avere nessun tipo di sicurezza, né un termine stabilito che consenta di mettere in atto strategie”.

Una forte attenzione è andata a tutti quei lavoratori stagionali - tantissimi in Costiera Amalfitana - che costituiscono la fascia più debole e con meno garanzie: “Il primo pensiero non poteva che andare a loro - spiegano - in tantissimi sarebbero dovuti essere assunti ad aprile ma lo slittamento delle date di apertura ci ha bloccato. Le nostre giornate trascorrono cercando di dare quanto più sostegno possibile soprattutto all’anello più debole, cercando di farli accedere alle misure messe in atto dal Governo”.

Il San Pietro di Positano si distingue anche in questo momento di grande difficoltà, dai proprietari infatti è partita una lettera al sottosegretario di Stato del Ministero per i beni e le attività culturali, Lorenza Bonaccorsi, in cui illustrano alcune proposte che “da una parte tendono a preservare le varie professionalità che abbiamo formato nel tempo e dall’altra sono volte a metterci in condizione di poter far ripartire le nostre aziende nel momento stesso in cui ce ne sarà data di nuovo la possibilità”.

Non è mancato un atto di fiducia da parte dei clienti: “In pochissimi hanno disdetto le vacanze, la maggior parte sta aspettando di capire come evolverà la situazione - ammettono - il 35per cento delle nostre prenotazioni arriva da ospiti abituali che qui si sentono in famiglia. Tuttora abbiamo persone che hanno bloccato le stanze fiduciosi che si possa presto riprendere a viaggiare. Molti clienti che avevano lasciato depositi, non potendo raggiungerci per il ponte di Pasqua, ci hanno invitato a donare quella quota al personale. Un gesto di grande umanità e affetto”.

E se da un lato forte è stata l’attenzione nei confronti dei lavoratori, altrettanto importante è stato il richiamo alla solidarietà espresso non solo dai proprietari dell’Hotel San Pietro. Una fantastica iniziativa ha visto protagonisti anche l’Hotel Santa Caterina di Amalfi, Le Sirenuse di Positano e Palazzo Avino di Ravello che si sono attivati con uno progetto condiviso. Sono stati ideati 40 voucher con l’obiettivo di raccogliere fondi destinati a sostenere l’attività del professor Paolo Antonio Ascierto della Fondazione G. Pascale di Napoli.

“Ogni struttura alberghiera ha reso disponibili dieci buoni e-voucher del valore di 5mila euro - chiariscono - oltre ai soggiorni e agli extra offerti dai quattro alberghi partecipanti, ognuno dei 40 buoni (rimborsabili entro 24 mesi) comprende anche una cena ospitata dal ristorante stellato, Don Alfonso 1890. I pacchetti sono stati venduti in una settimana e hanno permesso di donare ben 200mila euro”.

Ora l’impegno è quello di ripartire, rinascendo dalla cultura del turismo e dell’accoglienza: “Ci aspettiamo che venga riconosciuta l’italianità, a noi come a tanti nostri colleghi, che rappresentiamo la grande tradizione alberghiera italiana – dicono – è giunto il momento di rendersi conto che il turismo è un’attività che rappresenta il 13 per cento del PIL nazionale ed è ad altissima vocazione occupazionale. Proprio questo settore è stato colpito per primo e in maniera molto forte da questa crisi sanitaria. Tranne poche strutture, che nel nord Italia hanno deciso di riconvertirsi per l’accoglienza di persone in quarantena, siamo tutti fermi. Noi ce la metteremo tutta, adotteremo ogni misura di sicurezza e cercheremo di conquistare la fiducia dei clienti, ma c’è bisogno che anche dalle istituzioni arrivi un forte segnale”.