Valentino Di Cerbo e' stato condannato dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere ad un anno e quattro mesi di reclusione per il reato di circonvenzione di incapace commesso ai danni del sacerdote Giuseppe Leone, morto nel corso del processo. Condanne a due anni per la perpetua dell'ex vescovo, Rosa D'Abrosca, e per il marito di quest'ultima, Giovanni Fevola. Le pene sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari al termine del processo tenutosi con rito abbreviato. Di Cerbo e gli altri due imputati sono stati riconosciuti colpevoli di aver approfittato delle pessime condizioni di salute, sia fisiche che mentali, di Leone, per farsi dare da quest'ultimo la somma di quasi 900mila euro (894.636 euro); soldi che Leone avrebbe movimentato dal suo conto tra il 2012 e il 2013 trasferendoli sui conti di Di Cerbo e i suoi collaboratori. L'ex vescovo e gli altri due imputati si sono sempre difesi sostenendo che Leone avrebbe agito nel pieno delle sua facolta' fisiche e mentali quando decise di dare i soldi a Di Cerbo affinche' li usasse per la Diocesi, mentre la Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha sostenuto l'accusa - le indagini sono state invece realizzate dai carabinieri di Piedimonte Matese - ha sempre affermato il contrario, ovvero che Leone avrebbe agito contro la sua reale volonta' e i suoi interessi. Una volonta' emersa prima che le sue condizioni peggiorassero, quando aveva deciso di donare i suoi soldi ad istituzioni benefiche diverse dalla Diocesi di Alife. Ed invece, con la malattia, i tanti soldi accumulati in una vita, sono finiti proprio alla Diocesi dell'Alto-Casertano; ma cio', ha deciso il giudice, sarebbe avvenuto con inganno e sotterfugi, approfittando di un uomo che non aveva piu' le capacita' per decidere dei suoi beni. (
Portò via soldi a prete malato: condannato ex vescovo
Il prete molto malato avrebbe voluto dare i suoi risparmi (900mila euro) ad enti benefici
Redazione Ottopagine