Benevento

Don Domenico Battaglia, vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita - Telese - Sant'Agata dei Goti ha celebrato questo pomeriggio una funzione eucaristica pasquale interna, presso la cappella della clinica Gepos di Telese Terme. Le sue parole sono state rivolte ai medici e agli infermieri che in questo particolare momento hanno deciso di prendersi cura dei pazienti affetti da Covid19 presso la clinica telesina: "Ogni gesto che in questo momento state compiendo è un gesto sacro. Un gesto che rimette in piedi chi è inchiodato a letto. Non state facendo semplicemente il vostro mestiere. Rimettete in piedi, perché l'amore ha vinto la morte. Ecco la Pasqua".

Nel corso della sua omelia, inoltre, don Mimmo Battaglia ha rivolto un "augurio particolare ai nostri ammalati e alle persone che comunque si stanno prendendo cura di loro. Se devo pensare al momento della Resurrezione, voglio a celebrare la Speranza, voglio celebrare la vita. Mi piace dire a tutti i nostri ammalati, a voi presenti, alle persone che sono chiuse in casa perché hanno paura, perché smarriti: 'Questo è il giorno in cui abbiamo diritto alla speranza, credere davvero che comunque c'è la possibilità di uscire fuori da questa situazione che in questo momento è come quel sepolcro che ha rinchiuso il corpo di Gesù".

Poi il messaggio di fede e speranza per il futuro: "Spesso ci ritroviamo nelle nostre case prigionieri dello smarrimento, delle paure. bene, Gesù che rotola via quella pietra che lo chiudeva nel Sepolcro è il segno della Speranza, della rinascita. Se c'è una parola che vorrei consegnare ai nostri ammalati è 'Coraggio, coraggio possiamo farcela. Potete farcela perché non siete soli, perché Gesù è dentro nella vostra condizione e non vi abbandona. E' lui che vi sta accompagnando. Confidate in lui'. E' bello sapere che accanto a queste persone ci sono altre persone che in qualche modo si stanno chinando su di loro. Quello che fai non lo fai solo per il tuo mestiere. E' il tuo cuore, è l'amore. Ogni gesto che i medici, gli infermieri, gli operatori, ogni gesto che in questo momento fanno è un gesto sacro è un gesto che anche se inchiodati nel letto rimette in piedi perché davanti al Signore risorto non è lecito stare se non in piedi, senza arrendersi. In piedi perché l'amore ha vinto la morte, ecco la Pasqua. L'amore ha vinto la morte e noi lo stiamo celebrando". 

"All'Ospedale a Sant'Agata dei Goti - ha proseguito nel corso della sua omelia il vescovo della Diocesi - ho chiesto a due medici e a due infermieri, nell'effettuare la lavanda dei piedi, di rappresentare tutto il loro mondo, perché stanno mettendo a rischio la loro vita, perché avevo bisogno di dire loro grazie. Attraverso l'opera di queste persone vedi Dio, guardiamo le mani del medico e dell'infermiere è lì che Dio è presente. Non è vero che Dio è assente. Solo insieme possiamo salvarci, nessuno da solo e ognuno facendo la sua parte. Per questo stasera vorrei dirvi grazie per questa Cura, voi state scegliendo di stare dalla parte della Vita. Vorrei auguravi che la Resurrezione sia disegnata sul vostro volto e sia disegnata sulla vostra vita. Ognuno di noi ha una speranza da far resuscitare. Tirate fuori la speranza, difendetela. Sappiate ricucire la Speranza. Mettiamola insieme. Ma Vi prego in piedi, il coraggio di stare in piedi, anche quando la vita ti mette all'angolo continua a stare in piedi perché il Signore è con te. La resurrezione è l'orizzonte di senso del nostro cammino".