Cusano Mutri

“Ciò che si sta verificando nella gestione epidemiologica dei nuclei dei familiari colpiti da Covid-19 ha dell’inverosimile”.

Inizia così la dura presa di posizione del sindaco di Cusano Mutri Giuseppe Maria Maturo.

“Proprio stamane abbiamo avuto conferma che qui a Cusano Mutri ci sono altri due casi di coronavirus. Questi casi sono collegati alla vicenda di Villa Margherita e il sottoscritto, appena saputo di quanto accaduto nella struttura beneventana, si era premurato di mettere in quarantena precauzionale il 27 marzo i soggetti interessati. Una di queste persone, in quella data, presentava già sintomi da Covid-19. L’ordinanza di quarantena precauzionale è scaduta il 6 aprile e l’Asl con la ‘solerzia’ che la caratterizza ha effettuato il tampone il giorno 7 aprile. Oggi, 9 aprile, mi è stato comunicato l’esito positivo del tampone. In sostanza l’esito del tampone è arrivato 13 giorni dopo i fatti di Villa Margherita. Mi chiedo? E se noi non avessimo provveduto autonomamente a mettere in quarantena queste persone cosa sarebbe successo? Probabilmente sarebbero andate a fare spesa, o in giro per altre commissioni, e sarebbero potute essere un ulteriore veicolo di contagio”.

“Oltre a questo caso già paradossale – continua Maturo – la situazione è ancora più grave per quanto riguarda la gestione epidemiologica. Diverse persone nel nostro paese sono state ricoverate con polmonite da Covid-19; pertanto i loro contatti diretti sono stati posti dal comune in quarantena per quattordici giorni. Allo scadere dei quattordici giorni, abbiamo somministrato a queste persone i cosiddetti test rapidi ed abbiamo verificato la presenza di anticorpi in tanti di questi contatti diretti, alcuni dei quali paucisintomatici. Tale evidenza è stata prontamente comunicata all’Asl al fine di chiedere l’esecuzione del tampone naso – faringeo. L’Asl non ci ha mai risposto. Questa è una situazione di una gravità inaudita, in quanto la letteratura scientifica è unanime nel ritenere che le persone che hanno sviluppato un’infezione da Sars-Cov2 possono continuare a diffondere il virus fino a 35 giorni dal momento in cui si è contratta l’infezione. Quindi bisogna evidenziare come queste persone risultate positive ai test rapidi a fine quarantena potevano essere ulteriori veicoli di contagio. E’ evidente che non effettuare il tampone naso - faringeo su queste persone significa mandare in giro di persone potenzialmente in grado di diffondere il virus alimentando l’espandersi dell’epidemia per almeno altri venti giorni. Per limitare ciò, a Cusano abbiamo effettuato ulteriori ordinanze di quarantena per rispondere al principio di precauzione, ma in altri luoghi nei quali non viene effettuato nulla sui contatti diretti dei contagiati il rischio di diffusione dell’epidemia è altissimo”.

“Chiediamo con assoluta immediatezza che l’Asl stabilisca un protocollo condiviso per tutti i comuni, nel quale si stabilisca che tutti i contatti diretti dei pazienti positivi al Covid-19 vengano, alla fine della quarantena, sottoposti quantomeno al test rapido e in caso di positività di quest’ultimo si renda obbligatoria la conferma mediante tampone naso –faringeo onde evitare il continuo espandersi dell’epidemia”.