Castel Volturno

Una bomba socio-sanitaria pronta ad esplodere a Castel Volturno (Caserta), con migliaia di immigrati non regolari presenti da anni sul territorio - si stima siano circa 15mila - confinati in casa senza dispositivi di protezione, impossibilitati a guadagnarsi la giornata e sempre piu' affamati. E' la fotografia del comune del litorale casertano, in cui "un intero mondo, fatto di famiglie di immigrati che vivono qui da anni - dice Antonio Casale, direttore del Centro per migranti "Fernandes" della Caritas Diocesana - e' totalmente escluso da ogni forma di assistenza, sia sanitaria che economica". I residenti ufficiali qui sono 25mila, di cui cinquemila immigrati regolari. Un abitante su 10 ha chiesto il buono spesa, dato record che il Comune non riuscira' a soddisfare con le risorse disponibili e che risente della presenza di extracomunitari rimasti all'improvviso senza lavoro. Gli irregolari potranno ricevere solo i pacchi di derrate previsti per i casi di indigenza. Dal suo osservatorio privilegiato sulla Statale Domiziana, Casale spiega che "se la bomba socio-sanitaria non e' ancora esplosa, e' per la buona volonta' delle associazioni che hanno garantito 'il pane' agli immigrati presenti sul territorio e per la pazienza di questi ultimi. Gli immigrati hanno paura del contagio, ma prima ancora di non avere mezzi per sopravvivere". "Al momento - sottolinea Renato Natale, sindaco di Casal di Principe e medico che da 20 anni assiste gli immigrati prestando servizio gratuito nell'ambulatorio del Centro Fernandes - non abbiamo notizie di contagi tra stranieri a Castel Volturno, ma l'attenzione resta alta". Nel suo ambulatorio, come negli altri due attivi nel comune domizio, dell'Asl e di Emergency, e' calato drasticamente l'afflusso di immigrati dall'inizio della crisi. "Vengono in pochi - dice Natale - e cercano di adeguarsi alle norme coprendosi il volto con mascherine artigianali e sciarpe". Finora a Castel Volturno si sono registrati 13 positivi al covid e un decesso, nessuno tra gli stranieri. Per loro - originari soprattutto di Paesi come la Nigeria e il Ghana - il problema maggiore ora e' la fame. "La sofferenza e' enorme - denuncia Appiah, esponente della comunita' ghanese - visto che molti vivono alla giornata, e se non vanno a lavorare non possono pagare il fitto e altre spese. C'e' anche tanta paura, ma manca qualsiasi dispositivo di protezione, se non quelli fai da te". "Al Comune di Castel Volturno abbiamo chiesto di sensibilizzare i proprietari, tutti italiani, delle case fittate ai migranti, affinche' congelino i fitti. Qualcuno da noi contattato direttamente si e' mostrato disponibile, altri no" dice Casale. Appiah spiega che "la situazione dal punto di vista sanitario sta tenendo. Gli immigrati si stanno adeguando alle nuove regole, cercando di evitare assembramenti e di farsi mascherine in casa. Ovviamente molti continuano ad uscire per andare a lavorare, come quelli che si recano ogni mattina nei fondi agricoli, affrontando per fame anche il rischio espulsione". Negli ultimi giorni la tensione sta salendo viste le difficolta' che molti stranieri regolari hanno nel procurarsi alle Poste un conto o una carta prepagata in modo da avere il bonus o il buono spesa; ecco quindi scene di ressa, file senza distanziamento, rabbia e disperazione. Molti chiedono permessi di soggiorno temporanei. Avverte Mimma D'Amico, del Movimento dei migranti: "Bisogna far accedere anche gli immigrati al sostegno economico e alle cure mediche, altrimenti torneranno in strada per sopravvivere e aumentera' il rischio contagio".