Avellino

L’Ema di Morra de Sanctis, l’industria per la produzione di microfusioni aerospaziali (eliche per i motori a reazione ndr), riapre. Lo hanno deciso, si apprende, 25 sindaci, i sindacati, l’Unione degli Industriali, alla presenza del Prefetto, al termine di una videoconferenza protrattasi per tre ore. L’Ema ha 800 (ottocento) operai e un indotto che, a sua volta, dovrà rimettersi in moto. Persone che, da subito, attraverso una non meglio identificata fase di “sperimentazione”, riprenderanno a frequentare lo stabilimento, per poi entrare a pieno regime il 14 aprile, il giorno dopo pasquetta. La contropartita in termini di sicurezza, si legge in una delle prime e ahimè scarne note giunte nelle redazioni, è la rigorosa vigilanza “evitando di incrociare persone asintomatiche attraverso uno screening di massa da effettuarsi davanti la fabbrica, attraverso una struttura pubblica come l’Asl”.

Alcune banali e probabilmente poco informate riflessioni a questo punto s’impongo. Il gruppo Ema non è come il gruppo Fantoni e non fugge dall’Irpinia. Bene. Ottocento dipendenti sono una quantità di lavoro enorme. Benissimo.

Allo stato, però, non si ha notizia di altre immediate liberazioni di forze lavoro, se non per le attività che servono ai cittadini per sopravvivere e alla Sanità di resistere.

Perché l’Ema sì? Magari qualcuno saprà spiegarci perché la produzione di eliche per motori a reazione sono equiparabili a un pastificio o a un forno.

Ma c’è di più.

Lo screening. Davanti agli stabilimenti. A cura dell’Asl. Ovvero dell’Asl di Avellino. Ora, ogni giorno arrivano appelli da parte dei sanitari che sono in prima linea: chiedono protezioni e test. Solo due giorni fa qualcosa è iniziato a muoversi. L’Asl, che non ha ancora attivato una vera e propria forza d’intervento sul territorio, l’Asl che non riesce a stabilire le priorità tra sanitari o infermieri all’interno delle Rsa (le residenze dove i nostri nonni stanno continuando a morire), l’Asl che dovrebbe preoccuparsi di un massiccio screening nell’altra zona rossa attiva a Lauro, ha forze e mezzi sufficienti (da domani) per mettersi davanti una fabbrica a fare test (o tamponi?) a ottocento operai?

Come funziona? Per i nonni, per salvare le loro vite, l’emergenza incombeva senza possibilità di far turnare per quattro giorni consecutivi le infermiere del centro Minerva di Ariano, per l’Ema ci sono teutoniche schiere di medici e analisti che scoprono (davanti la fabbrica) addirittura gli “asintomatici” per non farli incrociare con gli operai che nella fabbrica entreranno sani? E questo in sette giorni?

In realtà c’è già stato qualcuno che in sette giorni è riuscito a fare molto. Ma è accaduto qualche tempo fa.

Mettiamo questi “scienziati” a risolvere i problemi di tutti. Altro che Morgante e De Luca. 

Di seguito, il comunicato diffuso dalla Fismic. Che dice di parlare anche per Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Ugl. 
"Dopo tre ore di videoconferenza organizzata dalla Prefettura di Avellino a cui hanno partecipato i 25 Sindaci dell'Alta Irpinia, l'Unione Industriali di Avellino con il Presidente Pino Bruno, la Direzione del Ema di Morra De Sanctis conl’Amministratore Delegato ing. Domenico Sottile ed il Capo del Personale Mario De Silvo  e le Organizzazioni Sindacali Cgil,Cisl,Uil,Fismic/Confsal e UGL. E stata raggiunta una mediazione che ha messo d'accordo tutti in previsione della riapertura della Ema che avverrà martedì 14 aprile.
Nel mio intervento dichiara il Segretario Generale Giuseppe Zaolino, presente alla videoconferenza ho sottolineato la necessità di dare concretezza ad un progetto sperimentale che desse certezze ai lavoratori di riprendere il lavoro evitando di incrociare persone Asintomatiche con uno screening di massa da effettuarsi davanti alla fabbrica, attraverso una struttura pubblica come l'ASL.
La sperimentazione inizierà domani e proseguirà nei prossimi giorni per tutti gli 800 dipendenti e la fabbrica ricomincerà a produrre dal prossimo martedì 14 aprile.
Nel frattempo sarà varata anche una cabina di regia con il Sindaco di Morra De Sanctis in rappresentanza dei 25 Sindaci del comprensorio, il Presidente Pino Bruno, dell'Unione Industriali la Direzione della Ema e le RSU in rappresentanza di tutto il Sindacato Irpino,con il compito di monitorar la situazione delle prossime settimane".