L’impatto è stato violentissimo. Giovanni Biagio Barbato, 67enne di Pietrastornina, è morto sul colpo. Il suo corpo è rimasto intrappolato tra le lamiere contorte della Seat Ibizia a bordo della quale, con molta probabilità, tornava a casa, nella sua Valle Caudina. Non ci arriverà mai poiché la sua vita si fermerà al km 25.800 dell’Autostrada A16, in direzione Canosa.
Il terribile incidente si è verificato attorno alle 14 nel tratto autostradale fra i caselli di Tufino e Baiano, a circa 700 metri dall’uscita mandamentale. Un tamponamento, con molta probabilità, dovuto al tentativo di un sorpasso. La Seat Ibiza è stata impattata da una Wolkswagen Polo sulla quale viaggiavano cinque persone. Il forte urto ha fatto carambolare l’Ibiza contro il guardrail. Per l’anziano di Pietrastornina non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono giunti immediatamente i vigili del fuoco di Nola e un'ambulanza del 118. A nulla sono valsi però i soccorsi poiché l'uomo era già privo di vita. I caschi rossi hanno lavorato diverse ore per estrarre il corpo dalle lamiere contorte dell'auto. Feriti gli occupanti della Polo, che sono stati trasferiti presso l’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola.
Dunque, ancora sangue sull’A16. L’ennesima tragedia, il terzo incidente in poco meno di 48 ore, in un tratto di strada che dire maledetto è oramai riduttivo. A differenza di ieri, stavolta però c’è scappato il morto. Come già avvenne neanche un mese fa quando un minivan sei schiantò contro la cuspide d’acciaio che delimita la rampa d’uscita dell’A16 per Baiano. Senza dimenticare che pochi chilometri più in là, salendo verso Avellino, si piegò nel 2013 tragicamente il guardrail sul viadotto Acqualonga dal quale precipitò l’autobus dei pellegrini di Padre Pio.
Intanto, Antonio de Lieto. presidente nazionale del Libero Sindacato Polizia, in una nota pone in evidenza la pericolosità del tratto autostradale nei pressi del casello di Baiano. «Il nuovo grave incidente sull’A16, ripropone con forza il problema della sicurezza stradale. Incidenti frequenti, sullo stesso tratto di strada, devono far sorgere dei perché. Certo, la caccia alle streghe è sempre deleteria e qualunquista, ma è necessario porre in essere degli interventi di carattere tecnico, non fosse altro che per prevenzione, tesi ad accertare le condizioni circa il livello di sicurezza globale del tratto stradale in questione che, a questo punto, appare quantomeno doveroso. Il Libero Sindacato di Polizia - prosegue De Lieto - non cerca “capri espiatori”, ma semplicemente l’accertamento delle condizioni tecniche e dell’idoneità a sostenere l’intenso traffico che caratterizza questo tratto dell’A16. Il LI.SI.PO – ha continuato de Lieto - ritiene, inoltre, che la Polizia Stradale debba accentuare l’attività di prevenzione, con la predisposizione di più pattuglie, proprio sui tratti stradali ed autostradali, più a rischio. Una riorganizzazione delle varie Sezioni, dovrebbe prevedere un forte aumento delle pattuglie, in attività di prevenzione. Da molto tempo oramai, si è sollevato il problema dell’eccessivo numero di operatori di Polizia, impiegati in attività burocrati che, pur importantissime. Da anni oramai, si parla, a livello nazionale, della necessità di impiegare il personale civile in ufficio e gli operatori di polizia “idonei ad incondizionato servizio”, su strada: un progetto giusto, purtroppo, largamente disatteso».
Rocco Fatibene