Si è accasciato improvvisamente al suolo dopo aver aperto la porta di casa alla donna che accudiva a lui e sua moglie. Non c'è stato nulla da fare per Mario De Prospo, 96 anni, ex internato nei campi di concentramento nazisti, un militare italiano esemplare. Una domenica delle palme tristissima per la comunità savignanese. A nulla sono valse le manovre di rianimazione praticate subito sul posto da Pierluigi La Manna e Pierlorenzo Marinaccio, allertati dalla donna, in attesa dell'arrivo delle ambulanze del 118 dal punto Stie di Savignano e da Ariano. Nulla da fare. Mario non si è mai ripreso.
Sposato con Eleonora 90 anni che porta il suo stesso cognome, padre di due figli residenti a Caserta ed Avellino, l’eroe sopravvissuto all’orrore, viveva al Corso Vittorio Emanuele, dove negli anni ha svolto il suo lavoro di barbiere con amore e passione
Una storia la sua che grazie alla regista arianese Annarita Cocca ha avuto grande rilievo nel cortometraggio sulla Shoah realizzato nel 2009 dagli alunni della scuola Mancini, guidati dall’allora dirigente scolastico Marco De Prospo.
63° reggimento fanteria, 28sima compagnia di Vercelli, è iniziata all’età di 18 anni tra raffiche di mitra, maltrattamenti e minacce l’odissea di Mario De Prospo. Dopo tredici giorni e undici notti, arrivò a destinazione in Germania, in quel campo di concentramento, dove si costruivano le bombe. Ha assistito a scene terribili, fu massacrato di botte. Poi tra lacrime ed incredulità, il suo miracoloso rientro a casa, dopo 55 giorni terribili, per una strana coincidenza nel giorno di Sant’Anna, protettrice del paese.
Il dolore del sindaco Fabio Della Marra: "Ci lasci nel corso di un’altra guerra dopo che i tuoi occhi celesti avevano vinto la dura lotta della prigionia tedesca. Hai servito la patria, hai servito la tua comunità ed oggi lasci così la tua amata Fontana di Mottola ed a me le foto del suo progetto. Te ne vai in silenzio in un tempo in cui la nostra comunità non può renderti nemmeno gli onori che meriti. Sarai sempre con noi, sarai sempre lì, seduto nel mio ufficio per le lunghe chiacchierate settimanali. Un abbraccio immenso e che la terra ti sia lieve."