Napoli

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, appare più calmo nell’ultima diretta Facebook di oggi per informare sull’andamento del contenimento del contagio da coronavirus. 

Parte dalle misure che la Regione si sta preparando a mettere in campo per il sostegno economico. “Domani mattina presenteremo un piano di investimenti imponente regionale. Abbiamo aspettato che il governo decidesse le misure nazionali per le imprese, c’è stato qualche ritardo da parte del governo, noi il nostro piano economico-sociale lo abbiamo prepara, a prescindere dalle misure nazionali, e avrà risorse finanziarie per almeno 500milioni di euro. Un piano enorme che prevede interventi sulle politiche sociali, aiuto alle fasce deboli, aiuto per le aree dove ci sono insediamenti di immigrati, Castelvolturno e Piana del Sole. Per i settori economici abbiamo previsto un aiuto al turismo e alle aziende di tutti i tipi che hanno subito un danno enorme in questo periodo, ma anche ai professionisti, alle partite iva, agli artigiani, ai negozianti.” 

L’elenco delle misure previste dall”imponente” manovra annunciata è lunga e da domani si vedrà cosa comprende nel dettaglio. 

De Luca si è concentrato sul problema burocratico che blocca l’Italia e ha annunciato che la Regione in questo caso “sta individuando le procedure più dirette e veloci possibili per arrivare direttamente ai cittadini”. 

Il presidente non le manda a dire al governo nazionale e dopo il passaggio sui ritardi delle misure economiche lancia anche l’attacco contro il ministero dell’interno e la questione passeggio con bambini sulla quale dice “l’abbiamo contrastato con forza questa proposta per le conseguenze che può causare”. Anche sulle forniture De Luca lo dice con chiarezza “dalla Protezione Civile non è arrivato quasi nulla e per questo abbiamo fatto da soli. Gli acquisti della centrale Consip sono saltati e noi non ci siamo messi a fare polemiche ma ci siamo mossi. Ho apprezzato il lavoro del ministro Speranza ma questo non è il momento dei dibattiti sui rapporti istituzionali. Se non ci fosse stato l’impegno delle regioni l’Italia sarebbe sprofondata. Un solo impegno operativo aveva lo Stato: garantire un flusso permanente, continuo, adeguato e programmato di forniture ai territori. Le forniture nazionali sono saltate e ancora oggi noi dobbiamo fare la guerra per avere le mascherine e i dispositivi di protezione per i medici”. 

Sono dure le parole di De Luca ma rinvia la polemica ad un tempo diverso. 

“Il picco in Campania dovrebbe esserci per fine aprile, inizio maggio - afferma concentrandosi sui dati del contagio il presidente - Ma i rilassamenti sono intollerabile ho dovuto chiedere altre forze armate per il controllo del territorio”

Poi il presidente risponde alla polemica sui tamponi “Noi abbiamo avuto un ritardo perché in Campania dopo 10 anni di commissariamento avevamo un solo laboratorio per processare i tamponi, al Cotugno. Nel corso di sole due settimane abbiamo aperto 10 laboratori. L’attesa è una criticità vera e stiamo lavorando per risolverla. Fare il tampone a tutti è un’idiozia. Primo perché devi rifare il tampone dopo 15 giorni, secondo perché è impensabile fare il tampone a 6milioni di cittadini, terzo perché i tamponi non ci sono ed è uno dei ritardi dovuta alla distribuzione nazionale”.

Ma per ora i controlli saranno fatti “a tappeto con i Kit veloci nelle residenze per anziani, che sono a rischio focolai e bisogna anche dare una valutazione sulle carceri dove forse bisognerà fare un lavoro mirato. L’attenzione è alta anche nelle zone in quarantena come Ariano Irpino dove abbiamo previsto uno screening a tappeto con i kit rapidi per dare più tranquillità ai cittadini. Ma i kit veloci servono principalmente per il personale medico, infermieristico e sanitario in genarle”. 

De luca poi sottolinea “i miracoli che abbiamo fatto. In 2/3 settimane abbiamo interi ospedali covid. Una palazzina del Moscati di Avellino, si sta realizzando anche al Daprocida di Salerno un’intera ala dedicata come anche a Boscoreale, il Loreto Mare totalmente riconvertito a ospedale covid. Stiamo realizzando un ospedale modulare per 120 posti tra Napoli e Caserta. Abbiamo dovuto sapere dai giornali americani che abbiamo in Campania l’eccellenza mondiale della cura del Covid, il Cotugno, il primo ospedale  al mondo per organizzazione e efficienza e ancora, sempre in Campania, abbiamo uno dei pochi farmaci che hanno prodotto, mi riferisco al Pascale, dei risultati postivi per la cura. Per aumentare i posti di degente abbiamo fatto un accordo con cliniche convenzionate e con gli istituti religiosi per altri 3mila posti letto. Oggi abbiamo tra posti di degenza e terapia abbiamo un’assoluta tranquillità e questo non era scontato. Non ci saranno le situazioni di Brescia, Bergamo, Cremona. Non accadrà che non sappiamo dove ricoverare i malati”.

Il presidente poi snocciola i dati sulle forniture “su 400 ventilatori polmonari che dovevano arrivare dalla Protezione Civile ne abbiamo ricevuti solo 36. Di caschi ne abbiamo chiesti 5mila non ce ne hanno dato neanche uno. I tamponi idem. Per le mascherine ce la siamo visti da soli, ordinando un milione di mascherine chirurgiche ad una fabbrica di Nola. Siamo addirittura arrivati ad individuare aziende campane in grado di produrre ventilatori polmonari. Abbiamo già un prototipo ma non siamo ancora in grado di produrre perché non si trovano alcuni pezzi sul mercato. Abbiamo concretizzato l’acquisto di un milione di kit rapido dalla Cina a prescindere dai livelli nazionali”.

De Luca però continua a ripete “troppe persone ancora in giro” e per pasqua fa un appello “niente assembramenti. Sulla fase due, quella della riapertura, stiamo iniziando a ragionare ma avrà respiro e senso se si conclude la fase uno. Se decidessimo di riaprire in maniera indiscriminata affossiamo l’economia perché ci trasciniamo la crisi per lunghi mesi. Cominciamo a preparare il la fase della riapertura, ma subordinando le decisioni a valutazioni vincolanti delle autorità scientifiche”.

Il presidente lo dice con chiarezza “riusciamo a governare con tranquillità questa fase ma finché non avremo contenuto al minino l’epidemia, riaprire significa affossare per sempre la nostra economia”.