Castellammare di Stabia

Alfonso Longobardi, consigliere regionale e vicepreside della commissione Bilancio, commenta la situazione dell'ospedale di Castellammare di Stabia, dove circa 70 persone, tra operatori sanitari, personale medico e paramedico, sarebbero state sottoposte all'esame del tampone ed alcuni risulterebbero positivi.

"Nei giorni scorsi - afferma Longobardi - raccogliendo le proteste e le paure di operatori sanitari e cittadini, avevamo chiesto di fare subito la massima chiarezza. Oggi ci ritroviamo, purtroppo, di nuovo a leggere di forti rischi di contagio da coronavirus in relazione al nosocomio stabiese. È una notizia che se confermata sarebbe gravissima. Rinnoviamo pertanto l'appello, all'Asl in primis ed a tutti gli altri enti preposti, a garantire sicurezza per la salute pubblica ed accertare eventuali responsabilità personali. Vi è la necessita' di verificare se sono state adottate tutte le procedure sanitarie idonee e corrette nelle aree dell'ospedale, soprattutto le più sensibili ed a rischio come il pronto soccorso e i reparti di maggiore accesso. Esprimo in tal senso tutta la mia vicinanza ed il mio sostegno agli operatori sanitari, ai lavoratori ed ai rappresentanti sindacali che da giorni chiedono giustamente di essere protetti nell'espletamento del loro lavoro per assistere al meglio i pazienti. Non possiamo mandare allo sbaraglio coloro che sono in prima linea. La situazione e' molto critica e difficile, urge trasparenza e tempestività. Le mezze misure o peggio ancora il non intervento non fanno che aumentare rischi e problemi, oltre a generare una inevitabile diffusione del contagio. La situazione dell'ospedale di Castellammare di Stabia rischia di finire adesso fuori controllo e considerando che rappresenta un polo sanitario di riferimento per almeno 500mila cittadini le conseguenze e i risvolti possono diventare drammatici. Mettere dunque in sicurezza gli ambienti, proteggere medici, operatori, pazienti e cittadini è assolutamente indispensabile e non c’è un minuto da perdere. Inoltre ulteriore aspetto da valutare è quello di programmare strutture sanitarie specifiche e dedicate unicamente al problema Covid 19 senza generare promiscuità con gli altri ospedali generalisti e attivi sul territorio".