I grandi quantitativi potrebbero essere un problema per lo smaltimento in futuro, come gia' accade in altri paesi. Ma per ora di mascherine ffp3 ne circolano poche e chi le possiede osserva poco il limite di utilizzo di 8 ore. Di qui l'idea di una mascherina riutilizzabile, ma sicura, altamente filtrante e addirittura ecosostenibile. Un giovanissimo ingegnere aerospaziale ha cominciato a produrle a casa, con una stampante 3D, per distribuirle gratuitamente a parenti e amici nel piccolo paese dove vive.
Marco Genito di Altavilla Irpina in pochi giorni è già alla terza versione, liberamente scaricabile da piattaforme per la condivisione di files da stampa 3D. "Puo' essere prodotta da chiunque abbia una stampante adatta è realizzata con una plastica anallergica, atossica e biodegradabile. Non è concepita per fermare virus o filtrare agenti patogeni ma esclusivamente per ridurre il rischio di trasmissione di agenti infettivi attraverso goccioline".
La mascherina e' composta da un corpo unico e da un semplice tappo che va a ricoprire e chiudere ermeticamente un filtro che puo' essere fatto di tessuto non tessuto o di carta forno. Il suo riutilizzo e' infinito e soprattutto, rispetto ad altre mascherine realizzate con stampa 3D non richiede altri interventi 'meccanici' per essere completata.
"Non e' il primo modello di mascherina 3D - precisa il giovane ingegnere, che dopo la laurea all'universita' Federico II di Napoli è stato contattato da aziende estere ma ha preferito un'azienda che produce componentistica per l'aerospazio e l'automotive - ma questo tipo di mascherina puo' essere stampato in meno di due ore. Gli altri modelli in circolazione richiedono fino a 6 ore anche con stampanti professionali".
Troppo per essere prodotte in larga scala con una semplice stampante 3D casalinga, ma cambiando il sistema di produzione potrebbero rispondere a molte richieste. "Il progetto sta interessando alcuni imprenditori locali, potrebbe nascere a breve qualcosa di interessante", annuncia il giovane ingegnere.