“Caro presidente questi soldi non li vogliamo”. Sono chiare e nette le parole con cui la Cgil dell’Azienda Ospedaliera dei Colli boccia i 100euro previsti dal decreto “Cura Italia”.
In una lettera il sindacato ha espresso al Presidente del Consiglio le perplessità sulla misura.
“questi soldi non li vogliamo - si legge nella lettera - perché siamo dei professionisti che svolgono il loro lavoro con grande professionalità, abnegazione e straordinario spirito di servizio pubblico che non si è risparmiato e non si risparmia nel primario interesse di dare risposte alla cittadinanza in questo momento così drammatico. Non li vogliamo - sottolinea la Cgil nella lettera a Conte - perché invece di questi 100 euro ci saremmo aspettati una maggiore attenzione nella gestione ed approvvigionamento dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) importantissimi per contrastare la diffusione di questo nemico invisibile (ma lo sa Lei quanti operatori sanitari si sono contagiati solo per mancanza dei DPI?); Non li vogliamo perché non vi è stato nessuno rispetto quando nel DDL “Violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari” approvato dalle Commissioni Affari Sociali e Giustizia della Camera, ci sono state riconosciute le tutele ma non lo status di pubblico ufficiale; Non li vogliamo perché ora paghiamo lo scotto di anni di tagli economici che hanno messo a dura prova il “sistema salute” facendo emergere più volte le falle di un “sistema in emergenza” (riduzione dei finanziamenti al SSN, tagli dei posti letto per acuti, blocco delle assunzioni); Non li vogliamo perché tutto questo non ci ha demotivato, siamo andati avanti e siamo riusciti a farci rispettare per ciò che abbiamo fatto e per ciò che facciamo tutti i giorni".
Si apprende anche che il direttivo aziendale ha inviato una lettera alla direzione strategica dalla quale si evince la decisione di donare i 100 euro “per contribuire all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale indispensabili per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei presidi necessari per poter erogare le prestazioni sanitarie agli ammalati affetti da COVID 19 ricoverati presso i nostri ospedali”.